Nuovo calo dell'export a Brescia nel secondo trimestre, ma più lento rispetto al passato
"La variazione tendenziale delle vendite all’estero è infatti pari a -1,2% ed evidenzia un significativo rallentamento della discesa rispetto a quanto sperimentato nel recente passato"
Nuovo calo dell'export a Brescia nel secondo trimestre, ma più lento rispetto al passato.
Export a Brescia: si registra un nuovo calo ma più lento rispetto al passato
Secondo quanto emerge dai dati Istat elaborati dal Centro Studi di Confindustria Brescia, nel secondo trimestre 2024, il valore delle esportazioni bresciane (pari a 5.334 milioni di euro) registra una nuova flessione nel confronto con l’analogo periodo dell’anno precedente (la quinta consecutiva): la variazione tendenziale delle vendite all’estero è infatti pari a -1,2% ed evidenzia un significativo rallentamento della discesa rispetto a quanto sperimentato nel recente passato.
I dati
Quanto riscontrato nel nostro territorio appare in controtendenza all’evoluzione rilevata in Lombardia (+0,1%) e in Italia (+0,5%). Nei primi sei mesi del 2024 l’ammontare complessivo dell’export dal made in Brescia si attesta a 10.424 milioni, in flessione del 4,9% sul 1° semestre 2023 (10.963 milioni): si tratta di un andamento più negativo rispetto a quanto emerso in Lombardia (-1,6%) e in Italia (-1,1%).
“Le dinamiche rilevate in questi mesi vanno interpretate alla luce del momento di diffusa debolezza della manifattura locale – commenta Mario Gnutti, vice presidente di Confindustria Brescia con delega all’Internazionalizzazione –, che si inserisce all’interno di un più ampio contesto nazionale e internazionale connotato da un’elevata fragilità del quadro ciclico. In particolare, l’industria bresciana sconta l’elevata esposizione verso la Germania, la cui economia risulta in forte affanno, come certificato dal relativo indice PMI manifatturiero, al di sotto della soglia di neutralità da ormai oltre due anni. I movimenti delle vendite all’estero, espressi a valori correnti, risentono inoltre delle fluttuazioni delle quotazioni delle principali materie prime utilizzate nei processi produttivi dalle aziende del territorio bresciano".
Ha poi tenuto a specificare:
"A riguardo, va sottolineato che, sia in prospettiva trimestrale, sia con riferimento ai primi sei mesi dell’anno, i prezzi delle commodity industriali scambiate sui mercati internazionali si sono mossi “in ordine sparso”: ai rincari di alluminio e rame, si contrappongono infatti le flessioni del nichel e del rottame ferroso. In generale, continuiamo a rimarcare quanto già detto anche recentemente nell’analisi BFocus, condotta dal nostro Centro Studi con l’Università Cattolica: le aziende bresciane hanno negli ultimi anni alzato la qualità delle loro esportazioni. Serve perciò guardare a mercati fuori dall’Unione Europea, come Stati Uniti e Asia, pur con tutte le attenzioni del caso su entrambi i versanti, e quindi anche sul lato americano, dove a settembre abbiamo registrato una prima frenata. Una situazione che andrà monitorata nelle prossime settimane, alla luce delle imminenti elezioni e della situazione dei tassi.”
Importazioni
Per quanto riguarda le importazioni, nel periodo aprile-giugno esse sono state pari a 3.210 milioni (-1,1% tendenziale), mentre nell’intero 1° semestre hanno raggiunto la cifra di 6.183 milioni (in contrazione del 4,5% sul 2023). A seguito di tali evoluzioni, il saldo commerciale generato a Brescia e provincia ammonta a 4.240 milioni, in ridimensionamento di circa 250 milioni sul 2023.
Flessioni
Venendo ai principali mercati di destinazione dell’export bresciano, si rilevano, nei primi sei mesi dell’anno, generalizzate flessioni. In particolare, va segnalato il -14,8% delle vendite verso la Germania e il -7,4% nei confronti della Francia. Al di fuori del mercato comunitario, le variazioni più significative interessano Regno Unito (-14,4%), Stati Uniti (+4,5%) e Cina (+23,3%). Più in generale emergono segnali di riposizionamento dell’export bresciano, storicamente incentrato sull’Europa, a favore di mercati più lontani, come Asia, America settentrionale e Africa, le cui quote tuttavia rimangono ancora minoritarie rispetto a quelle appannaggio del Vecchio Continente.
Tra i beni venduti all’estero, solo i prodotti chimici e farmaceutici (+2,8%) si connotano per variazioni positive dell’export bresciano fra i primi sei mesi del 2024 e l’analogo periodo del 2023. La contrazione più intensa riguarda i prodotti della metallurgia (-13,7%), all’interno di uno scenario in cui tutta l’industria metalmeccanica locale appare in sofferenza.
Anche nel primo semestre del 2024 Brescia si conferma al quinto posto della classifica delle province italiane per valore delle vendite all’estero, dietro Milano (28.686 milioni), Torino (13.810), Vicenza (11.507) e Firenze (11.457). Dal punto di vista del saldo commerciale manifatturiero, Brescia (4.953 milioni) si mantiene in terza posizione, alle spalle di Vicenza (6.668) e Modena (5.809).