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Tennis in carrozzina: Lumini è la n°2 al mondo

Ex ginnasta, la travagliatese 7 anni fa ha perso l’uso delle gambe ma non si è data per vinta, gettandosi in una nuova avventura

Tennis in carrozzina: Lumini è la n°2 al mondo
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Nell'estate «olimpica» che punta i riflettori globali sport, i successi arrivano anche in casa: la travagliatese Mariagrazia Lumini è la seconda atleta al mondo di tennis in carrozzina nella categoria Quad.

Lumini la n.2 al mondo nel tennis in carrozzina

Una gara dopo l'altra, come al Trofeo della Mole, Lumini si è fatta strada a livello internazionale nell'Itf Wheelchair Tennis Tour, ottenendo grandi soddisfazioni e il continuo supporto dell'associazione bresciana Active Sport. Il ranking mondiale del tennis in carrozzina, infatti, colloca l'atleta travagliatese alla 56esima posizione per la categoria Quad (sezione ibrida che comprende uomini e donne) e sul secondo gradino femminile (alle spalle della sola Chu-Yin Huang della cinese Taipei).

Lo sport, una passione con la quale è cresciuta

Traguardo di enorme prestigio per la 51enne, da sempre devota allo sport.

«Ho praticato la ginnastica artistica fino ai 17 anni, diventando anche allenatrice a 16. Lo sport mi ha sempre accompagnata - ha raccontato la campionessa- Quando 7 anni fa, a causa di un incidente, sono rimasta in carrozzina ho conosciuto l'Active Sport , società che affianca le persone che hanno subito lesioni fisiche. Sono entrato in contatto con l'associazione e quando mi ha messo in mano una racchetta da tennis ho pensato “guarda cosa si può fare anche da disabile”».

Così, quello che all'inizio era un impegno settimanale, si è trasformato in un appuntamento fisso, ha proseguito Mariagrazia:

«La società mi ha dato modo di gareggiare a livello agonistico e da poco più di 2 anni e mezzo sono cominciati gli allenamenti “ seri” ei tornei».

Una delle 3 donne tra 180 atleti al mondo

Tutt'altro che dilettante, Lumini fa parte della categoria mista di Quad, che comprende uomini e donne con la compromissione degli arti inferiori e con lesioni anche a quelli superiori:

«Siamo circa 180 al mondo a gareggiare e io sono una delle 3 donne in campo - ha confessato - Non è facile perché la stragrande maggioranza è maschile».

Grinta, passione e un pizzico di fortuna sono gli ingredienti per il match perfetto, sfide che vedranno l'atleta impegnata in Sardegna e Forlì anche in autunno.

«Entro in campo sempre con la voglia e la grinta di voler fare il mio gioco migliore e portare a casa la partita - ha concluso - La paura non mi sfiora: la speranza di avere fortuna nei sorteggi è poi sostituita dalla concentrazione nella gara».

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