La situazione

Nerio Fischione, il gruppo di detenuti scrive alle istituzioni: "Intraprendere la strada del dialogo"

La Garante dei detenuti: "A differenza di quanto avviene in altre zone d'Italia si stanno impegnando per adottare modalità pacifiche di richiesta d'aiuto"

Nerio Fischione, il gruppo di detenuti scrive alle istituzioni: "Intraprendere la strada del dialogo"
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Nerio Fischione di Brescia, il gruppo di detenuti scrive alle istituzioni: "Intraprendere la strada del dialogo".

Una situazione critica, i detenuti: "Vogliamo intraprendere la strada del dialogo"

Come noto la situazione all'interno del carcere cittadino Nerio Fischione da tempo è critica. Per questo il gruppo di detenuti ha deciso di scrivere una lettera alle istituzioni. Come sottolineato dalla Garante dei detenuti Luisa Ravagni a seguito di un incontro avuto proprio oggi (mercoledì 17 luglio 2024) con gli stessi:

"A differenza di quanto avviene in altre zone d'Italia si stanno impegnando per adottare modalità pacifiche di richiesta d'aiuto".

Le lettera è stata inviata all'attenzione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, della presidente del consiglio Giorgia Meloni, del ministro Carlo Nordio, del vice ministro Francesco Paolo Sisto, del sottosegretario Andrea Ostellari, del sottosegretario Andrea Delmastro Delle Vedove, del capo Dipartimento dell'Amministrazione Penotenziaria Giovanni Russo e del Garante Nazionale Felice Maurizio D'Ettore. 

La lettera

"Come è possibile riscontrare dalla lettera che il 5 settembre 2022 consegnammo alla stampa, da circa 2 anni, noi detenuti di Nerio Fischione abbiamo scelto di intraprendere la strada del dialogo con le Istituzioni piuttosto che quella delle iniziative di protesta interne agli istituti. Lo facciamo perché crediamo che il senso di responsabilità e la sincera volontà di utilizzare il tempo della pena in maniera positiva debbano essere elementi, oltre che proclamati, visibili anche attraverso gesti coerenti con le nostre parole".

"Il testo da noi scritto nel 2022 rappresenta una realtà penitenziaria, soprattutto legata al nostro istituto ma generalizzata ovunque, in seria difficoltà a causa del sovraffollamento e delle note problematiche che ne derivano. Quella lettera potrebbe benissimo essere stata scritta oggi, ogni parola è estremamente attuale e lo scritto che abbiamo consegnato ai parlamentari bresciani il 17 giugno scorso (in seguito inviato anche al presidente della Repubblica, al Santo Padre, al Ministro Nordio, al sottosegretario Ostellari e alla Presidente Meloni e qui allegato) lo dimostra chiaramente".

"In due anni le condizioni di vita sono andate sempre più deteriorandosi fino a raggiungere oggi la situazione che è evidente a tutti, caratterizzata da un intollerabile numero di suicidi e da un sovraffollamento che ci sta togliendo dignità e speranza. Nonostante i tentativi fatti, solo in una occasione (17 giugno scorso) qualcuno è venuto a parlare con noi, qualcuno della politica, qualcuno nella posizione di aiutarci. Non tutti i detenuti, anche qui Brescia, sono d’accordo con la strada che noi abbiamo scelto. Alcuni vorrebbero adottare strategie diverse, anche eclatanti. Noi, per quel che possiamo, ci impegniamo quotidianamente per promuovere il dialogo con le Istituzioni e la richiesta pacifica di risposte urgenti. Tuttavia, mantenere giorno dopo giorno, questo impegno non è facile, abbiamo bisogno di risposte per poter convincere anche chi non crede in questa strategia che i risultati possono arrivare solo dalla condivisione di obiettivi e azioni".

"In questo modo  altri Istituti di pena potrebbero seguire il nostro esempio e abbandonare ogni forma di azione pericolosa e lesiva dei diritti di tutti. Potremmo davvero inaugurare un’era di dialogo che non vuol dire scendere a patti con noi ma darci la possibilità di dirvi quali sono i problemi reali del carcere e quali strumenti potrebbero aiutarci a sopravvivere. Insomma, abbiamo bisogno di ascolto, di risposte, di incontrarvi e, seduti allo stesso tavolo, di confrontarci. Lo potete fare? Qualcuno se la sente di parlare con noi e aiutarci a trovare soluzioni? Non chiediamo regali, come già detto più volte nei nostri scritti, ma solo di portare a termine la nostra condanna dignitosamente".

"In attesa di un tanto desiderato riscontro, ringraziamo per l’attenzione. Il gruppo di detenuti che a Nerio Fischione si impegna per promuovere strategie di dialogo costruttivo".

In evidenza un'immagine d'archivio.

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