Manerbio e la Provenza unite in un gemellaggio speciale
Una delegazione dell’Amministrazione manerbiese dai cugini francesi di Saint Martin de Crau
Un gemellaggio per fare comunità. Una delegazione dell’Amministrazione manerbiese dai cugini francesi di Saint Martin de Crau.
Manerbio e la Provenza unite in un gemellaggio speciale
In viaggio verso la Provenza negli scorsi giorni il vicesindaco Andrea Almici e i consiglieri Eva Tirelli e Giambattista Elesbani. In rappresentanza del Comune di Manerbio il gruppo ha partecipato alla trentasettesima edizione della Festa di Primavera, che si è svolta nella cittadina francese.
L’appuntamento più sentito dell’anno per la comunità che si trova nel dipartimento delle Bocche del Rodano e che quest’anno è stato utilizzato per dare un importante impulso al gemellaggio con Manerbio per l’Italia e Markgroningen per la Germania.
Una tradizione consolidata, che prende spunto dalla partenza delle mandrie per la transumanza. Un evento inserito dall’Unesco nella lista del patrimonio culturale immateriale, che offre alla comunità di Saint Martin de Crau l’occasione di proporre un nutrito programma di eventi, festeggiamenti e momenti di incontro e condivisione, che abbinano cultura, tradizione e socializzazione.
Proprio lo spirito che ha voluto sottolineare il vicesindaco Andrea Almici nel suo intervento e che costituisce, nello stesso tempo, l’elemento che trasmette valore al gemellaggio:
«Per la nostra Amministrazione è stata la prima volta che abbiamo potuto vivere questa esperienza - ha commentato - Abbiamo voluto condividere un grande momento di festa e portare avanti l’iniziativa del gemellaggio che, nonostante il cambio degli amministratori, rimane nel tempo e rimane per i suoi valori. Rappresenta infatti un’occasione di confronto e di dialogo, ma anche lo strumento da valorizzazione in favore dei nostri giovani, che, proprio grazie a questo gemellaggio, avranno la possibilità di fare scambi in termini formativi, culturali e sportivi. La nostra presenza alla bella festa che per gli abitanti di Saint Martin de Crau rappresenta il momento più importante dell’anno ci ha offerto anche l’opportunità di conoscere amministratori che, come noi, sono animati dalla passione per la cosa pubblica e con i quali possiamo condividere azioni amministrative adatte alle esigenze del mondo che cambia. A tal proposito – ha continuato il vicesindaco Almici, che ha sostituito il sindaco Paolo Vittorielli rimasto in Italia per impegni – mi piace sottolineare il fatto che Saint Martin de Crau abbia oltre centotrenta associazioni, una ogni cento abitanti, per intenderci. È questo l’elemento principale dal quale prendere spunto perché simboleggia come il terzo settore, il movimento associativo, sia la linfa vitale per le cittadine del mondo d’oggi, a cominciare da Manerbio, che ha bisogno di ripartire proprio dal fare comunità».
Al termine dei saluti ufficiali il vicesindaco Almici, a nome della Giunta di Manerbio, ha donato alla Giunta di Saint Martin de Crau la riproduzione della falera celtica (si tratta di quattordici dischi in argento lavorati a sbalzo che sono stati ritrovati a Manerbio e che risalgono presumibilmente alla metà del I° secolo avanti Cristo). Dopo questo nuovo gesto di amicizia, il fine settimana di festa in terra provenzale è entrato nel vivo, riservando un occhio di riguardo al folclore locale e alle tradizioni più sentite dagli abitanti di Saint Martin de Crau.
Dalla pastorizia al fieno della Crau, passando attraverso anche la musica e la pittura, sono stati davvero tanti gli spunti (comprese due autentiche «chicche» come la veglia dei pastori sull’area fieristica e la cena in stile contadino) che hanno animato il nutrito programma della due giorni transalpina, che ha coinvolto persone di tutte le età e conquistato i turisti presenti. Senza dubbio il modo migliore, come ha concluso lo stesso vicesindaco Almici a nome della spedizione manerbiese «Per comprendere non solo il valore e il significato del gemellaggio, ma, anche e soprattutto, la necessità di impegnarsi per portarlo avanti e valorizzarlo sempre più. Ideali come l’amicizia, il dialogo e il confronto, infatti, non hanno tempo né parte, ma devono rappresentare la fertile base per la comunità del futuro».