Truffa delle monetine: in manette il presunto capo della gang «in azione» anche al Famila di Manerbio
Gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Cremona hanno pizzicato quattro sudamericani,
Sgominata la banda della truffa delle monetine.
Arresto
Gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Cremona hanno pizzicato quattro sudamericani, ora indagati come i presunti autori di 35 colpi commessi a Cremona e provincia, in altre città della Lombardia e in altre regioni come Emilia e Piemonte. Martedì è finito in manette un 30enne, considerato il capo della gang.
L’indagine, coordinata dalla procura di Cremona, è partita dalla querela di un’anziana per un furto in un supermercato di Cremona proprio con la tecnica delle monetine. Da lì sono partiti complessi e lunghi servizi di osservazione e pedinamento da partedella Sezione Antirapina della Mobile di Cremona, attività che ha permesso di acquisire elementi a carico di un gruppo di persone di origine sudamericana con precedenti specifici. Un modus operandi ormai tristemente noto, quello della truffa delle monetine, messo in atto nei parcheggi dei supermercati ai danni di persone sole o anziane. I malviventi di turno lanciano a terra delle monetine invitando le vittime a raccoglierle per distrarle e rubare loro le borse lasciatein macchina o ancora appese al carrellodella spesa. Una volta messo a segno il furto, gli autori utilizzano le carte di credito prima che vengano bloccate.
La Fiat Tipo sulla quale viaggiava la coppia, insieme ad un’altra persona, aveva insospettito gli inquirenti. L’auto era stata avvistata nelle vicinanze del parcheggio dell’ospedale di Cremona e nei parcheggi di quattro supermercati diversi, probabilmente alla ricerca dell’occasione giusta per mettere a segno dei furti.
Sempre tenuta monitorata, la macchina si era fermata vicino al Famila Superstore di Manerbio, con i tre che si erano avvicinati ad una donna che stava riponendo la spesa nel bagagliaio. Ad un certo punto uno degli occupanti era sceso dall’auto, aveva indossato una giacca e aveva lanciato delle monetine vicino alla signora, avvisandola che aveva perso dei soldi con il chiaro intento di distrarla. Quando la donna si era chinata per raccogliere le monetine, uno dei malviventi aveva fatto cenno ad un complice che aveva sottratto la borsetta appoggiata sul sedile del passeggero. Poi i tre erano fuggiti ad alta velocità verso Brescia, seguiti dalla macchina della Mobile che aveva intimato più volte l’alt.
I fuggitivi, però, non avevano accennato a rallentare, in barba ai pericoli corsi dagli altri automobilisti. Alla fine i poliziotti erano riusciti ad affiancare la Fiat Tipo, ma il conducente aveva speronato il mezzo sul lato destro, cercando di buttarli fuori strada. L’inseguimento era continuato per qualche chilometro, finché, nei pressi di Cadignano, frazione di Verolanuova, i malviventi avevano imboccato una strada chiusa e a quel punto avevano fermato l’autovettura per poi tentare la fuga a piedi. L’autista era riuscito ad allontanarsi, mentre gli altri due, la coppia di peruviani, erano stati inseguiti e fermati.
Indagini
L’attività di indagine si è concentrata in particolare sull’analisi delle immagini dei sistemi di videosorveglianza e sulle tracce telematiche lasciate dagli indagati, che sono considerati i presunti autori di 35 episodi di reati contro il patrimonio commessi in varie zone del nord Italia.
Nel maggio dello scorso anno, dopo un inseguimento in auto iniziato a Cremona e finito a Brescia, il 30enne peruviano era stato arrestato in flagranza di reato insieme ad una donna di 20 anni con le accuse di furto aggravato, resistenza, lesioni a pubblico ufficiale e danneggiamento aggravato.