Il nuovo volto dei giardini
Domenica scorsa il taglio del nastro per il parco Alcide De Gasperi
Una distesa di 13 mila metri quadri, nuovi giochi, il brusio dei bambini, persone che chiacchierano sulle panchine all’ombra dei tigli secolari, un nuovo monumento di tre metri e mezzo si erge maestoso vicino all’ingresso: il parco Alcide de Gasperi da domenica è tornato a nuova vita.
Inaugurazione
«Dopo la pandemia abbiamo riscoperto l’importanza di vivere gli spazi verdi all’interno del Comune – ha spiegato il sindaco Gianpietro Maffoni alla cerimonia del taglio del nastro – è stato fondamentale intervenire in questi spazi per preservarli, renderli piacevoli e più funzionali. Erano trent’anni in cui nessuno aveva messo mano. L’intento è stato quello di rinnovarlo, presentarlo con maggior coinvolgimento ed interesse migliorandone l’aspetto estetico e la fruibilità per coinvolgere più persone di varie fasce di età e renderlo il cuore pulsante della città».
«Qualcuno dice che è moderno, in realtà abbiamo ripreso la storia – ha aggiunto l’architetto Alberto Mezzana, l’artefice del restyling – ora è visibile sui quattro lati di Orzinuovi, mentre prima la visione si perdeva perché nascosta dalla rampa, i tre cerchi inoltre ricalcano quelli del 1930 visibili sugli antichi documenti, la pavimentazione centrale è di cemento drenante per evitare il ristagno dell’acqua ed abbiamo rivalorizzato la sorgente, sarà illuminato di sera, il chiosco è dotato di bagni per diversamente abili. Importanti sono stati i contributi del perito Massari Emanuele, che ha progettato l’impianto illumino-tecnico e dell’agronomo, Alberto Bertini per la scelta delle piante, delle essenze e delle siepi».
Monumento per le vittime del Covid
Un’operazione fatta con la massima attenzione per la vegetazione esistente, dove sono alle 42 piante rimosse perché malate, ne sono state messe a dimora altrettante. Nei prossimi giorni, inoltre verranno installate 10 telecamere per aumentare la sicurezza del parco. Una cerimonia partecipata e di grande impatto emotivo che ha raggiunto il culmine con la svelatura del monumento «Allegoriae virus» che Maffoni e l’Amministrazione comunale hanno commissionato allo scultore orceano Giovanni Battista Mondini in memoria delle vittime del Covid19. L’opera, rappresenta la madre di tutti quei figli che sono venuti a mancare, che raggruppati in una grande mano chiedono aiuto. Una «Venere senza paura» come l’ha chiamata Mondini, che con fermezza e umanità d’animo ha affrontato il peggio. La base nelle sue due geometrie cerchio e quadrato vogliono rappresentare la perfezione in dio. L’antico stemma araldico con il drago trafitto e la mappa della rocca del 18simo secolo ricordano le tante battaglie combattute contro le pandemie e i terremoti.
«Ognuno di noi ha vissuto qualcosa che lo ha cambiato per sempre – ha raccontato l’artista riprendendo le parole di Alda Merini – in questa frase la cara amica sembrava volesse anticipare ciò che è accaduto, ci è sembrato giusto porle sopra l’opera». Non una semplice commemorazione ma anche omaggio a chi ha vinto la paura per salvare vite, come la compagna medico chirurgo specialista in malattie dell’apparato respiratorio, che per Mondini è stata la musa ispiratrice.
«Quando un artista realizza un’opera scultorea all’attore si apre un mondo affascinante dove ogni piccolo dettaglio da realizzare è frutto di uno studio approfondito e di ricerca – ha continuato – Un monumento deve rispettare forme e misure, cogliere l’attimo della storia nella gioia e nel dolore, dialogare con gli spettatori». E in questo dialogo con l’opera ispirata al surrealismo e al frammentismo scultoreo, ritorna alla mente la situazione irreale vissuta dal mondo tra il sogno e la realtà, si legge la paura, l’angoscia, la tristezza, la solitudine, l’ossessione delle mascherine. «Quando si parla di eroi la figura maschile è sempre scontata – ha aggiunto – con la rappresentazione di una donna voglio portare il pensiero ad una nuova veduta».