Il Sant’Orsola darà vita alla sua macchina di eventi grazie alla co-progettazione
Le fasi del percorso intrapreso negli scorsi mesi sono state spiegate dall’assessore alla Cultura, Chiara Facchetti
di Federica Gisonna
Un bel contenitore non basta, serve anche il contenuto. Co-progettazione: è questa la parola più adatta per parlare della gestione del nuovo teatro Sant’Orsola che proprio in questi mesi sta risorgendo dalle sue ceneri, sempre in vicolo Pace, nel cuore della città, e con il medesimo nome perché la storia non si cambia.
Il Sant’Orsola darà vita alla sua macchina di eventi grazie alla co-progettazione
A spiegare il futuro del luogo di cultura che diventerà palcoscenico (in tutti i sensi) di grandi e piccoli eventi, allo stesso tempo locale, ma anche di calibro internazionale e pronto ad offrire una proposta per tutti i gusti e tutte le età, è stata l’assessore alla Cultura, Chiara Facchetti che ha voluto spiegare ciò che ancora non si vede (al contrario del ben evidente e attivo cantiere), ma per il quale si sta lavorando ormai da tempo.
«Fin dal primo momento ci siamo impegnati non soltanto per la realizzazione della struttura fisica, ma anche nei ragionamenti riguardante la gestione del teatro - ha spiegato Facchetti - Abbiamo voluto pensare a qualcosa di innovativo e per questo abbiamo avviato dei tavoli di lavoro per capire come progettare l’edificio, ma anche per venire a conoscenza dei desideri e delle necessità del territorio. L’Amministrazione, infatti, ha sempre voluto che il nuovo Sant’Orsola fosse un bene per e della comunità».
Piano piano, a seguito di numerosi ragionamenti, si è arrivati all’idea della co-progettazione, già sviluppata con successo in altri luoghi e che ben si sposa con il progetto clarense. Così, negli scorsi mesi è stato aperto un avviso pubblico per la gestione dei servizi riguardanti il teatro.
«L’affidamento diretto non faceva per noi e nemmeno l’ufficio Cultura avrebbe potuto occuparsene da solo - ha proseguito Facchetti - La co-progettazione abbraccia a appieno l’idea alla base, quella di teatro di comunità e abbiamo così deciso di aprire il bando alle realtà operanti nel terzo settore».
La risposta non ha tardato ad arrivare: si tratta di un progetto condiviso tra diverse realtà, alcune già operanti da tempo sul territorio. Queste sono la Nuvola nel sacco, Finisterre e le «nostrane» Admr, Pro Loco (che include al suo interno anche gli esponenti diversi gruppi e associazioni locali) e la Piccola Accademia di musica San Bernardino.
«Quanto proposto ci è fin da subito sembrato meritevole - ha proseguito Facchetti - Un percorso inclusivo, ben pensato e aperto alla comunità. Per di più, si tratta di un progetto che si pone l’obiettivo di poter essere anche auto-generativo di tanti altri».
Nei tavoli di progetto è stata di grande aiuto anche la testimonianza di Riccardo Mariani della Metodi Srl che ha fatto da facilitatore grazie alla sua duplice esperienza di tecnico e amministratore.
«Verrà creata una cabina di regia per coordinare tutti gli aspetti legati al teatro - ha proseguito l’assessore - Nessuno sarà escluso e anche le associazioni non presenti formalmente nella stesura del progetto potranno partecipare attraverso un “patto di adesione”. La convenzione verrà firmata a breve e inizieranno poi i nuovi incontri per organizzare i vari servizi. Mi vengono in mente la biglietteria, i bar e il guardaroba che ci piacerebbe anche affidare a realtà che lavorano con persone con fragilità. Ci sarà anche una figura che raccoglierà tutte le istanze del territorio, ma questa non è stata ancora identificata. Insieme si progetteranno e metteranno a calendario la stagione teatrale, tipica di ogni palcoscenico, ma anche i concerti e le serate dedicate alle associazioni e ai gruppi clarensi. Il Sant’Orsola sarà per tutti, con un palinsesto pensato per ogni fascia d’età».
Della cabina di regia faranno dunque parte il sindaco (o un suo delegato o dirigente comunale), i rappresentanti del terzo settore, le associazioni del patto di adesione e soltanto insieme si potranno prendere le decisioni riguardanti la gestione del teatro: proprio come prevede la co-progettazione.
«Come mi insegna Vittorio Pedrali, direttore artistico che è stato fondamentale nelle varie fasi di progettazione, inizieremo in modo graduale con le proposte - ha concluso Facchetti - Vogliamo però che il Sant’Orsola sia davvero un luogo di cultura dove i nostri concittadini, ma anche quelli che vengono da fuori, possano trovare importanti eventi degni di una strutturata stagione teatrale come quella delle grandi città che si affiancano a quelli proposti dal territorio. Puntiamo a un teatro con un’offerta ricca e costante, pensata per tutti. Ad una crescita inclusiva, volta ad abbracciare ogni fascia d’età e i gusti della cittadinanza: nei nostri desideri c’è anche quello di poter mettere la struttura a disposizione delle scuole, di poter rispondere e regalare esperienze ai nostri giovani. Nell’era del virtuale, dove siamo sempre con il telefono in mano, ci piace pensare che si possa tornare a vivere esperienze vere come quella del teatro, che la nostra comunità ci si possa appassionare».
Il teatro
Lo storico teatro clarense aveva chiuso le sue porte negli anni ‘90. Alla sua inaugurazione vanterà 100 posti a sedere per la sala cinema (non più a Chiari da quando è stato demolito quello davanti all’ospedale), 260 per il teatro e 65 posti per la sala polifunzionale all’ultimo piano che avrà anche un panorama suggestivo, «roof garden», sui tetti della città. Il costo dell’opera è di circa 4 milioni (500mila messi a disposizione da Regione).