110 e lode!

Corona d'alloro per Margherita, ora è una fashion designer

Le sue parole: "Grazie a me stessa, che continuo a scegliere di non mollare mai nella mia vita"

Corona d'alloro per Margherita, ora è una fashion designer
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Corona d'alloro per Margherita, ora è una fashion designer. "Moda e diversità, come la bellezza interiore può ridefinire i canoni del bello" questo il titolo della sua tesi da 110 e lode.

Margherita è una fashion designer, corona d'alloro per la studentessa da 110 e lode

Tailleur blu elettrico, décolleté e unghie arancio fluo. Un outfit da 110 e lode, come la valutazione che la giovane orceana si è guadagnata con impegno e caparbietà. Lei è Margherita Magli studentessa 22enne con sindrome di Down che mercoledì mattina ha discusso la sua tesi in Fashion Design all’Accademia di belle arti di Brescia, LABA. Margherita ha frequentato la primaria di secondo grado statale a Orzinuovi e poi ha scelto il liceo artistico a Crema. Ora ha tagliato il traguardo del diploma di primo livello in Fashion Design con una tesi dal titolo: "Moda e diversità, come la bellezza interiore può ridefinire i canoni del bello".

Il filo rosso della tesi

Ma ecco la sua introduzione:

"Dopo aver introdotto i concetti di disabilità e diversità, creando una panoramica generale, mi sono focalizzata sulla trisomia 21, condizione genetica che mi appartiene dalla nascita e mi ha costretta a lottare in una società che difficilmente mi - ci accetta come esseri con caratteristiche proprie: ci vede piuttosto come un peso. In particolare modo mi focalizzo su come la moda possa diventare uno strumento di inclusione per la diversità - si legge nella tesi - Ho tracciato una storia del bello e del brutto come assiomi variabili con il mutare delle epoche storiche, a supporto della quale espongo una serie di testimonianze artistiche che ci raccontano come la disabilità, in particolare la trisomia 21, siano state più accettate nel passato che nella società contemporanea ed infine ho esposto le storie di giovani talentuosi caratterizzati da sindrome di Down che hanno lottato per costruire le proprie vite e realizzare i propri sogni, dimostrando ad una società ghettizzante che la forza interiore è inarrestabile. Nell’ultimo capitolo, propedeutico alla collezione, farò una breve introduzione sartoriale, illustrando come costruirò le basi modello della mia collezione. Dopo di che, verranno introdotti la poetica della collezione e i relativi mood generale, colore e texture"

Una relazione ben costruita che le è valsa gli applausi dei presenti nell’Aula Magna della sede di via Don Vender.

"Dopo aver analizato a fondo gli argomenti esaminati in questa tesi, e soprattutto attraverso la mia esperienza di vita, sono giunta alla conclusione che non esistono un bello od un brutto assoluti, che questi stessi concetti variano con il tempo e il gusto delle varie società che si susseguono e che ogni essere umano può essere considerato un’opera d’arte, la bellezza interiore è infatti l’unica vera bellezza e può assumere infinite forme".

Le parole della mamma Elisabetta

"É stato un percorso duro ma non per la difficoltà di comprensione, perché Margherita è sempre stata brava a scuola, ma piuttosto un percorso duro dal punto di vista umano - ha spiegato la mamma, Elisabetta - Le leggi ci sono ma sono sempre espresse al condizionale e a discrezione delle realtà con lei si è rapportata, diciamo che durante il liceo ha avuto poche, pochissime semplificazioni. Il suo diploma per noi è stato un successo incredibile, e dopo il liceo ha deciso di proseguire, è sempre stata attratta dal mondo della moda e si è buttata nell’esperienza a Brescia. Il percorso accademico è stato impegnativo, si è preparata e ha affrontato 26 esami che sono statti teorici come estetica, inglese, storia dell’arte, ma anche più di progettazione con soprattutto disegno digitale (per il quale ha dimostrato di avere un’incredibile abilità) e modellistica. Margherita ha ha seguito tutti i corsi sentendosi accolta grazie alla grande apertura alla diversità dell’Accademia ma non ha avuto agevolazioni, per questo motivo vorrei ringraziare di cuore la professoressa Silvia Casagrande che è stata anche la sua relatrice e l’ha sempre trattata con grande stima ed onestà, in alcuni esami ha avuto delle valutazioni anche da 20 ed è stata trattata come gli altri, è tantissimo se lo vedi in dimensione da mamma: lei ha visto Margherita per quello che è e non per quello che sembra. Con il tempo anche la sua autostima è cresciuta moltissimo. Margherita è molto dolce e sensibile ma anche forte, in casa è abituata a stare da sola e fin da piccola abbiamo cercato di vivere la sua sindrome in modo consapevole e naturale senza vederla e trattarla mai come diversa".

I ringraziamenti dell'orceana

Sono molti i ringraziamenti che Margherita ha incluso nella sua "fatica":

"Infinitamente grazie alla mia famiglia, che grazie alla sua unità mi è stata vicina durante tutto questo periodo accademico e sempre nella vita. Li ringrazio per come sono e per darmi un amore Immenso, a mio fratello Eugenio Magli che, anche se spesso continua a mancarmi, sento sempre vicino da lassù, a mia nonna Rosa, che ha infuso in me l’amore per la moda e che mi osserva da lassù, alle amiche, e sorelle, che mi stanno sempre vicino: Irene, Lia ed Emma che sono fantastiche. Emma in particolare è una persona importantissima per me: con lei, che ti prende per mano, si va verso l’amore puro che c’è dentro di noi, ad Alessandra Zucchi, una persona a me molto cara che mi ha seguito in questo percorso: sei vita e sei il supporto che ho sempre cercato, a Luca Pedretti, una persona per me molto speciale, che mi ha scelto come Fashion designer per il suo bottonificio, e mi sta accompagnando verso il successo, ai miei professori Silvia Casagrande e Gherardo Mazzocchi per i tre anni di accademia e per avermi seguito in questo percorso di tesi, a me stessa, che continuo a scegliere di non mollare mai nella mia vita".

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