Bassa

Manerbio «a luci rosse»

Scoperta da Carabinieri e Polizia locale una casa del piacere con cinesine «esperte di massaggi» e non solo

Manerbio «a luci rosse»
Pubblicato:
Aggiornato:

Uomini di tutte le età, a tutte le ore del giorno. Entravano con fare furtivo, una ventina di minuti in casa, al massimo mezz’ora, poi si dileguavano per le vie del centro. Ad insospettire il vicinato nei paraggi di via San Faustino è stato proprio questo andarivieni al testosterone, la mecca? Un appartamentino in cui vivevano delle giovani, giovanissime asiatiche. Questa la scoperta dell’operazione congiunta tra Carabinieri di Manerbio e Polizia locale che, dopo le segnalazioni di alcuni cittadini, hanno controllato di persona se fosse plausibile in città il risvolto a luci rosse.

I controlli delle forze dell'ordine

Per una ventina di giorni le Forze dell’ordine hanno tenuto sotto controllo la situazione. Almeno una trentina i clienti giornalieri che facevano visita alle ragazze, qualcuno più mattiniero ma moltissimi altri spalmati su orari pomeridiani e serali.

Dopo aver raccolto materiale a sufficienza martedì scorso, Carabinieri e Polizia locale sono intervenuti per una capatina in via san Martino. Il sospetto che si trattasse di prostituzione, a questo punto era certo al 99 per cento, ma è stato fondamentale cogliere sul fatto le squillo.

Così gli agenti in borghese hanno citofonato alla «casa del piacere» manerbiese, una volta aperta la porta ad accoglierli ci sono state due donne cinesi: una delle quali in abiti molto succinti e un cliente. L’uomo, preso dal panico e dal timore che la donna con la quale convive scoprisse della sua scappatella, ha immediatamente vuotato il sacco illustrando agli agenti, per filo e per segno, quali fossero le modalità degli incontri.

La scoperta

Il fedifrago, originario di Leno, ha trovato l’annuncio online sul sito Bakeca, dove si può trovare un po’ di tutto e, non serve precisarlo, anche una sveltina a pagamento. Il vademecum consisteva nel prendere appuntamento, recarsi nel posto indicato e citofonare. Da lì i clienti venivano condotti al piano superiore con stanze agghindate di tutto punto per diventare nidi del sesso: lenzuola sopra al letto per ricreare una struttura a baldacchino, lucine rosse, statuette di donne senza veli e decorazioni hard. In questo boudoir nostrano i massaggi si protraevano fino ad arrivare... al dunque. Come raccontato poco prima: 20 minuti, al massimo mezz’ora. A seguire, poi, arrivava un nuovo cliente, e così via.

Durante la perquisizione dell’appartamento sono stati trovati anche 5mila euro in contanti, il telefono cellulare (che corrispondeva al contatto messo a disposizione per il sito) e un numero infinito di preservativi.

Pare che le ragazze a disposizione dei clienti fossero due ma al momento dei controlli sono state fermate e fotosegnalate solamente due donne.

Denuncia

Ma chi è finito effettivamente nei guai?

La proprietaria dell’appartamento, che aveva registrato il contratto d’affitto all’agenzia delle entrate, un’italiana che è stata denunciata per favoreggiamento alla prostituzione. L’intestataria del contratto d’affitto e maitresse invece se la vedrà con l’accusa di sfruttamento della prostituzione. La giovane squillo viveva senza documenti regolari in Italia e per lei è stato emesso l’obbligo di allontanamento.

«Un ottimo intervento condotto in sinergia tra la locale stazione dei Carabinieri e la nostra Polizia municipale - ha dichiarato il sindaco Paolo Vittorielli - in linea con l’attenzione riservata in tema di sicurezza e ordine pubblico da parte di questa Amministrazione comunale».

Seguici sui nostri canali