Addio al maestro Franco Brescianini
Si è spento a 79 anni il pittore che ha dato lustro a Rovato nel mondo
Un lutto profondo per la comunità, che ha perso una figura che ha dato lustro a Rovato nel mondo. Si è spento a 79 anni il pittore e maestro Franco Brescianini.
Addio al maestro Franco Brescianini
Nato nel 1944 nella frazione Lodetto, cresciuto in una famiglia numerosa, era appassionato di pittura fin da piccolo. L’amore per l’arte era dentro di lui fin da bambino, anche se i genitori cercarono di dirottarlo verso un’altra strada, ossia il laboratorio di sartoria di famiglia. A 24 anni, però, Brescianini decise di dedicarsi completamente alla pittura. Gli inizi non furono facili, ma lui non si perse d’animo e, con grande impegno e indubbio talento, andò avanti. Dopo i successi in Italia arrivarono rapidamente anche quelli fuori dai confini nazionali: in Germania e in Europa, più avanti, addirittura oltreoceano, in America.
Uno dei temi più ricorrenti nei suoi dipinti è la figura femminile che, con una tecnica personalissima, riusciva a rappresentare esaltandone la misteriosa
bellezza. Le sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private italiane e straniere, da Ginevra a Parigi fino a Toronto, Boston, New York e molte altre.
L’origine del nome Brescianini da Rovato
A spiegare l’origine del nome Brescianini da Rovato, sua firma distintiva, era stato lo stesso artista in occasione della scomparsa, nel settembre 2019, di Giacomo Medeghini, sindaco di Rovato dal 1964 al 1969, maestro elementare, direttore didattico e scrittore. Il pittore Franco Brescianini aveva infatti iniziato a firmarsi con quello pseudonimo proprio su suggerimento dello storico maestro rovatese.
Avevo 18 anni e stavo andando a Grado in compagnia di un amico, Lorenzo Alborghetti di Chiari, purtroppo scomparso, per partecipare a un concorso internazionale di pittura. Mi capitò di incontrare l'allora sindaco di Rovato, Giacomo Medeghini, che era amico di famiglia, insieme a Carlo Cossandi, all’epoca assessore. Medeghini mi disse: Mi è venuta un’idea: firmati come Brescianini da Rovato, così non ci sarà una polemica come quella del Romanino. Aggiunse che in questo modo avrei fatto conoscere il paese ovunque e che in cambio avrebbe pagato lui le spese di soggiorno. Così ho fatto. Tutte le volte che i critici e gli storici dell’arte mi chiedono perché mi firmo come Brescianini da Rovato racconto loro questa storia.
L’ultima mostra a novembre in Municipio
Solo pochi mesi fa, in concomitanza con le celebrazioni per il patrono di Rovato San Carlo, in Municipio è stata allestita la mostra intitolata “L’anima e l’arte, dedicata alle opere del pittore Brescianini. La malattia non aveva permesso al pittore, classe 1944 e residente a Lodetto, di ricevere di persona l’affettuoso e caloroso abbraccio che avrebbe meritato. All’inaugurazione c’era però visibilmente emozionato, il figlio Andrea, che ha spiegato di aver voluto voluto completare il percorso cominciato dal padre, portando a Rovato, ossia dove tutto è iniziato, la sua personale.
L’esposizione, fortemente voluta dall’Amministrazione comunale e allestita in collaborazione con il presidente della scuola Ricchino, Gianpietro Costa, e con il maestro Davide Castelvedere, ha portato nelle bellissime sale del palazzo comunale una quarantina di opere, attraversando l’intera carriera del pittore e i temi a lui più cari, dall’esaltazione della donna ai paesaggi. In mostra anche l’opera incompiuta che il figlio aveva trovato nel suo studio. Il commento critico era stato affidato al giornalista Tonino Zana, amico e conoscitore di Brescianini, che aveva sottolineato: “Nella rappresentazione femminile c’è tutto il suo mondo, c’è qualcosa di intrigante e inquieto, un Decadentismo Dannunziano... E’ andato a Parigi, Los Angeles, ma è sempre tornato. L’arte era la sua compagnia. La bellezza non ha tempo e i suoi dipinti sono senza tempo. Franco vive la festa della sua mostra grazie al figlio che lo ama tantissimo. Riempire una sala in questi tempi di nichilismo non è cosa da poco. La bellezza oggi ha vinto!”.
Il bel gesto durante la pandemia
Nel giugno 2021 il pittore lodettese Franco Brescianini aveva deciso di donare la sua opera all'Asst Spedali Civili, tramite il dottor Lucio Mastromatteo, che è stato direttore generale dal 1998 al 2008.
Da febbraio ad aprile 2020 abbiamo vissuto uno dei periodi maggiormente difficili dal Dopoguerra - ha sottolineato l'artista rovatese - Si sentivano, giorno e notte, come una malinconica e ripetitiva litania, solo sirene di ambulanze. In questo clima, certo non facile, ho accolto lo sfogo accorato di colui che per me, più che uno stimato sanitario è un carissimo amico, il quale, affranto, mi riportava la notizia della terapia intensiva satura e del dramma quotidianamente vissuto in quella che mi arrivava come una trincea”. Il sanitario cui si riferisce Brescianini è appunto il dottor Mastromatteo, rimasto indissolubilmente legato all'azienda sanitaria bresciana. In questo contesto è maturata la decisione del pittore di lasciare una sua “piccola testimonianza del dramma comune che rendeva tutti fragili, avvinti dalla paura, stremati”.
“Un ultimo viaggio, senza ritorno”. Questo il titolo che il pittore aveva scelto per la sua opera. “Vedendo i maggiori telegiornali italiani ed esteri dedicare servizi continui alle bare che sfilavano, mute, ordinate, accompagnate dall’Esercito, venivo pervaso da una angoscia che mi spaccava il cuore: il pensiero non riusciva ad andare altrove se non alle migliaia di famiglie disperate che vedevano portar via i propri cari, sapendo non solo di non vederli più, ma nemmeno di aver potuto dar loro il conforto dell’ultimo saluto, di un ultimo abbraccio, di un bacio o una carezza”, aveva spiegato Brescianini. Il quadro rappresenta dunque l’inquietudine, la rabbia, la solitudine, la disperazione dei famigliari delle troppe vittime, ma anche “la battaglia del personale sanitario, combattuta a mani nude e con la mascherina sul volto” ponendosi come "un ultimo omaggio, racchiuso in un sudario doloroso ma colmo di dignità, per ricordare le vittime di questa Peste moderna".
I funerali
La veglia di preghiera si terrà domani, lunedì, alle 17. L'ultimo saluto, invece, sarà celebrato martedì alle 15, nella chiesa parrocchiale di Lodetto, partendo dalla Domus Aurea di Remondina. Proprio nella struttura di via XXV Aprile ci si potrà recare per un saluto a Brescianini in attesa delle esequie.