Montichiari

Il ricercatore Mirko Treccani su «Nature», la prestigiosa  rivista scientifica mondiale

L’articolo è stato redatto a 2 mani insieme alla collega di studi Laura Veschetti dell’Università di Verona

Il ricercatore Mirko Treccani su «Nature», la prestigiosa  rivista scientifica mondiale
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È tra i più brillanti ricercatori monteclarensi e ora, dopo un periodo di tre mesi trascorso all’Università di Cambridge, si può godere un ulteriore spazio di notorietà con la pubblicazione in  inglese di un testo, firmato insieme alla collega bresciana di studi Laura Veschetti, su Nature, una delle più importanti e antiche riviste scientifiche al mondo, fondata a Londra nel lontano 1869: lui è Mirko Treccani, classe 1994, prossimo a concludere il dottorato di ricerca GM Lab in Scienze Applicate della Vita e della Salute presso l’Università di Verona.

L'idea del Lab Meeting

«Tutto ha avuto inizio la scorsa primavera – spiega il ricercatore – durante il mio visiting all'Erasmus University Rotterdam, quando ho potuto partecipare ai Journal Club di Jeremy Labrecque. Sulla strada del ritorno, dopo numerosi confronti con Laura e al benestare del nostro mentore, il professor Giovanni Malerba, che ha accolto fin da subito l’idea con grande entusiasmo, abbiamo organizzato un lab meeting dal titolo "Why do you do science? (Perché fai scienza?)". Durante l'estate e durante il mio visiting alla University of Cambridge, con Laura si è deciso di raccontare la nostra esperienza all'insaputa di tutti: dopo numerose bozze e meeting Zoom si è lavorato all’articolo con la certezza della pubblicazione arrivata intorno a Natale».

 

 

Perché fai scienza?

Sulla rivista i due giovani scienziati si dilungano sulla motivazione che li ha portati a interessare i colleghi nelle risposte e sul senso da dare alla scienza. «Abbiamo iniziato a pensare a come porre questa domanda ai membri del GM Lab (laboratorio di ricerca dell’Università degli Studi di Verona, Italia), dove conduciamo le nostre ricerche. Al rientro a Verona di Treccani – si legge nel pezzo pubblicato - si è formalizzato un incontro simile in uno dei nostri lab meeting. I membri più anziani hanno riportato di essere diventati scienziati per soddisfare un bisogno esistenziale: la curiosità e la sete di sapere che sono intrinseche in ogni essere umano li hanno condotti sulla via della scienza, per provare a rispondere alle grandi domande della vita. Dottorandi e post dottorato hanno aggiunto che la propria visione di fare scienza è anche un modo per risolvere problemi complessi e rispondere a domande difficili, in modo da costruire un futuro migliore. Colleghi provenienti da Paesi in via di sviluppo e diversi stagisti hanno espresso una forte chiamata a rispondere a bisogni sociali più immediati e a migliorare la vita quotidiana dell’uomo. Altri semplicemente hanno sottolineato il piacere di fare scienza. I nostri momenti di confronto – si conclude l’articolo di Nature –  non sono di certo finiti quel giorno, ma hanno iniziato a essere sempre più presenti durante le nostre pause caffè. Visto il successo speriamo di coinvolgere nuovi membri del nostro laboratorio riflettendo sulle nostre esperienze che ci stanno facendo crescere come scienziati».

Ma ora il dottorato

Attualmente Treccani è al lavoro per stendere la tesi di dottorato, che dovrà sostenere tra giugno e settembre e che verterà sulla presentazione di diversi approcci genomici «per investigare le cause della granulomatosi eosinofilca con poliangioite (EGPA), attività di ricerca – prosegue – che sto portando avanti sin dalla magistrale, conseguita a luglio 2020, e tramite la quale ho effettuato il visiting a Cambridge». Prossimi obiettivi? «Continuare con un assegno di ricerca in ambito accademico – termina – e quindi iniziare la mia "carriera" come accademico. Sul lungo termine punto a diventare professore universitario e magari aprire il mio laboratorio di ricerca in Italia».

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