Frana a Limone sul Garda, Coordinamento Interregionale per la Tutela del Garda: "Fermare la Ciclovia del Garda"
"Se la frana non ferma la Ciclovia del Garda, fermiamola noi Cittadini e Cittadine!"
Frana a Limone sul Garda, Coordinamento Interregionale per la Tutela del Garda: "Fermare la Ciclovia del Garda".
Frana a Limone sul Garda: le reazioni del Coordinamento Interregionale per la Tutela del Garda
I componenti del Coordinamento Interregionale per la Tutela del Garda hanno espresso la loro preoccupazione nei confronti della realizzazione della Ciclovia del Garda soprattutto a seguito della frana che si è staccata in territorio di Limone sul Garda.
"É di giovedì notte 4 gennaio 2024 la notizia della frana che si è staccata in località Limone sul Garda che ha scaricato sulla sottostante strada Gardesana massi del volume totale di almeno 30 metri cubi. Ancora una volta, dopo la poderosa frana di Tremosine del 16 Dicembre 2023, preceduta da tre nella prima metà dell’anno (tratto Toscolano Gargnano) ed altre tre nel tratto Malcesine Torbole , la Natura ci lancia degli “avvertimenti “che cominciano a farsi davvero pressanti anche se, per fortuna, in questi ultimi casi, non hanno provocato vittime. Alla luce di questo ci sentiamo ancor più chiamati in causa nel cercare in tutti i modi di sensibilizzare chi porta avanti il progetto della cicloturistica nell’Alto Garda, progetto che prevede, come è ormai noto, la costruzione di tratti di impattanti strutture a sbalzo agganciate alle rocce".
"La naturale fragilità di queste rocce, unita alle conseguenze dei cambiamenti climatici, espone a prevedibili rischi i futuri utenti della cicloturistica. Il rischio 0 non esiste, nonostante tutte le misure di difesa (reti e barriere paramassi ); ed anche le gallerie artificiali, massimo presidio di mitigazione del rischio, in via di costruzione appositamente nei tratti scoperti dell’Alto Garda, non rendono la ciclabile sicura, perché sono “ atte ad attutire gli impatti di massi del volume medio compreso tra 1,2 e 4 metri cubi”, come riporta un documento della Provincia di Trento ( Verbale Conferenza dei Servizi UF 1.2 del 12.06. 2019. N. 23/2019)".
"Ed in un altro documento si legge: “Non è infatti sostenibile introdurre delle ulteriori opere per gestire dei fenomeni imprevisti e di natura straordinaria”. Purtroppo le frane di medie e grosse dimensioni come quelle verificatesi recentemente non sono più eventi straordinari, bensì, a causa del cambiamento climatico, la normalità, e contro questi eventi non c’è alcuna difesa. In un altro documento ufficiale in merito ai fattori che determinano il rischio geologico si legge: ’L’elemento di maggiore criticità è rappresentato dalla vastità dei versanti che sovrastano le aree d’interesse e che al loro interno mantengono una forte disomogeneità, sotto il profilo geologico ed indeterminatezza del possibile comportamento nel lungo termine. Proprio quest’ultimo fattore oggi è maggiormente oggetto di attenzione date le modifiche meteo-climatiche in corso cui va probabilmente rapportato l’anomalo incremento di fenomenologie gravitative importanti che hanno caratterizzato il territorio regionale negli ultimi due anni.’ Innegabile, dunque, che il cambiamento climatico porti all’aumento del numero e della consistenza dei crolli rocciosi".
"Un’altra riflessione è necessaria. La frana di Tremosine ha avuto ripercussioni nella galleria storica della Gardesana occidentale dove è situato il depuratore di Tremosine e Campione danneggiandolo ; ciò dimostra che gli effetti di un grosso crollo non sono solo superficiali e che il dissesto si ripercuote anche all’interno del versante roccioso, rendendo così potenzialmente insicure anche le gallerie naturali. Non saremo noi a decidere quanto saranno grossi i massi che cadranno in futuro e naturalmente ci auguriamo che questo tipo di fenomeno non accada più, ma ci sembra veramente assurdo sfidare la sorte, spendendo peraltro milioni e milioni di euro, per un’infrastruttura che dal punto di vista della sicurezza appare un inutile e rischiosissimo azzardo. Perché si persevera nel volere una pista ciclopedonale che comporterà un inevitabile aumento del carico antropico pur essendo localizzata in una zona con penalità elevata per il rischio geologico (livello massimo, P4)?"
"Chi si prenderà la responsabilità di un eventuale incidente mortale? Chi ne pagherà le conseguenze? Queste passerelle a sbalzo saranno costruite solo per ragioni di natura economica, con totale disprezzo per l’impatto paesaggistico, per i denari pubblici che verranno spesi e con colpevole superficialità rispetto alla sicurezza dei cittadini che ne usufruiranno. Siamo ancora a chiedere con forza alla Provincia di Trento l’immediata sospensione e definitiva archiviazione, per motivi innanzitutto di sicurezza, della costruzione del tratto della sponda ovest trentina, Unità Funzionale 3.1 e la rimanente progettazione delle Unità Funzionali UF 3 e UF 2 (tratti a sbalzo) e che venga scelta definitivamente l’alternativa via acqua, più sostenibile e sicura. La cittadinanza può dare forza a questa richiesta con un piccolo, ma importante gesto, sostenere, cioè, la seguente azione".
L'appello
"Se la frana non ferma la Ciclovia del Garda, fermiamola noi Cittadini e Cittadine! Invia al presidente della Provincia Autonoma di Trento Maurizio Fugatti questo semplice appello: 'NO alla Ciclovia del Garda pericolosa, costosa, devastante SI’ alla navigazione coi battelli FUGATTI, FERMATI!'"