Il caso

Sfruttamento della prostituzione e violenza sessuale: due persone in carcere e una ai domiciliari

A partire dalla metà del mese di agosto la donna avrebbe conosciuto casualmente a Brescia i due uomini i quali, con la promessa di introdurla negli ambienti pubblicitari, avrebbero favorito e sfruttato come prostituta la giovane

Sfruttamento della prostituzione e violenza sessuale: due persone in carcere e una ai domiciliari
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Sfruttamento della prostituzione e violenza sessuale: due persone in carcere e una ai domiciliari.

Sfruttamento della prostituzione e violenza sessuale

I Carabinieri della Stazione di Nave, con il supporto dei militari della Compagnia di Gardone Val Trompia, nella mattina di domenica 24 dicembre 2023 hanno eseguito 3 ordinanze di custodia cautelare (di cui due in carcere ed una ai domiciliari) emesse dal GIP di Brescia su richiesta della locale Procura della Repubblica, a carico di altrettanti soggetti ritenuti presunti responsabili, a vario titolo, di sfruttamento della prostituzione e violenza sessuale.

Gli arresti traggono origine da un’indagine condotta dalla Stazione di Nave e coordinata dalla Procura di Brescia. Lo scorso 21 agosto i Carabinieri erano intervenuti a Bovezzo insieme ai sanitari del 118 su richiesta di una giovane donna, la quale aveva riferito di essere stata oggetto di violenza sessuale nel corso della notte. La denuncia e i racconti della donna, nonché un’attenta analisi delle chat tra la vittima e i presunti responsabili, hanno consentito agli inquirenti di ricostruire gli eventi dei giorni precedenti. A partire dalla metà del mese di agosto la donna avrebbe conosciuto casualmente a Brescia i due uomini i quali, con la promessa di introdurla negli ambienti pubblicitari, avrebbero favorito e sfruttato come prostituta la giovane.

Cosa è emerso dalle perquisizioni

All'esito delle perquisizioni effettuate contestualmente all'esecuzione delle misure cautelari, sono stati rinvenuti e sequestrati telefoni cellulari e pc in uso agli uomini, e 9.000 euro in contati ritenuti presunto provento delle attività illecite. I due cittadini nigeriani sono stati associati presso la casa circondariale di Brescia mentre il cittadino sierraleonese è stato sottoposto agli arresti domiciliari presso la sua residenza, tutti a disposizione della competente Autorità Giudiziaria. La responsabilità penale degli indagati sarà comunque accertata solo all’esito del giudizio con sentenza penale irrevocabile.

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