Finchimica: sono iniziati i prelievi di Arpa ai "confini" dell’azienda
I risultati delle analisi sull’inquinamento di falde e terreno in arrivo a febbraio
Finchimica: iniziati i prelievi di Arpa nelle aree limitrofe all’azienda. Succede a Manerbio. I risultati, però, arriveranno solo a febbraio.
Al via ai prelievi di Arpa ai "confini" di Finchimica
Tutte le parti si stanno muovendo tempestivamente, anche Finchimica ha premura di fornire tutti i dati necessari ad avere un monitoraggio completo di terreno e falde.
questo è quanto era stato fatto sapere dal Comune di Manerbio a fine novembre. E dalle parole si è passati ai fatti. Hanno infatti preso il via mercoledì mattina i primi campionamenti di acqua e terreno che chiariranno una volta per tutte lo stato di inquinamento (se ci fosse) delle falde superficiali adiacenti a Finchimica.
Presente all’attività il sindaco Paolo Vittorielli, il rappresentante dell’Area Ecologia del Comune di Manerbio, il dottor Alessandro Bosetti, un rappresentante dell’azienda Finchimica, un geologo, un tecnico del laboratorio mobile e il personale di Arpa.
"Finalmente entro febbraio, come era stato annunciato durante il Consiglio comunale a tema Finchimica dal dottor Fabio Cambielli, direttore di Arpa Lombardia, avremo dei risultati certi - ha commentato il primo cittadino - Con l’inizio del procedimento si potrà avere un quadro definitivo dello stato delle falde e del terreno".
Un passo indietro
Ma facciamo un passo indietro su quanto accaduto. Aziende come Finchimica vengono controllate ciclicamente e in modo ordinario da Arpa, per tenere sotto controllo le possibili criticità ogni tre anni. Il primo campanello d’allarme per l’azienda è scattato tra ottobre e novembre 2021 quando, durante uno di questi controlli, è stato ritrovato un liquido giallo nell’acqua presente nella falda superficiale (che arriva ad un massimo di 6 metri) sottostante Finchimica. Da lì le verifiche e le indagini preliminari con campionamento di acqua e terreno.
Le analisi di Arpa hanno "restituito" la presenza di solventi ed erbicidi che superavano i limiti previsti dalle legge. Ma non solo perché dai campionamenti sono state "scoperte" anche alcune sostanze chimiche in un certo senso "sconosciute" perché ancora senza indicatori di rischio per l’inquinamento. L’azienda ha iniziato la sua opera di bonifica ma restavano ancora da verificare le falde e i terreni che confinano il suo perimetro. Con questi nuovi sei piezometri si potrà capire se l’area sia inquinata o meno, e in caso lo fosse, si potrà correre ai ripari.