Tonino e «I Camaleonti» star della Notte Bianca

Tonino e «I Camaleonti» star della Notte Bianca

Che piacere e che onore poter trascorre un po’ di tempo con «Tonino dei Camaleonti», artista che da 50 anni sta scrivendo la storia della musica pop italiana. Lo abbiamo incontrato perchè con i Camaleonti sarà protagonista della «Notte Bianca» a Montichiari, domani sera, sabato 29 luglio, sul palco di piazza Santa Maria. Con lui abbiamo ripercorso alcune tappe della sua carriera.

Come è nata l’idea di un nome come «Camaleonti»?

«Al “Santa Tecla” di Milano è venuto ad ascoltarci Adriano Celentano con il suo luogotenente Miki Del Prete e proprio a Miki è venuta l’idea di metterci sotto contratto per l’etichetta “Kansas”, una controllata del “Clan Celentano” con cui abbiamo inciso i primi dischi. Miki, visto che nei locali, dalle 9 di sera alle 4 di mattina suonavamo di tutto, ha pensato che un nome come “Camaleonti” andasse benissimo: il camaleonte cambia colore, noi eravamo in grado di cambiare senza problemi genere musicale durante una serata. Un nome che ci ha portato fortuna. A Miki era venuta anche l’idea di farci esibire tutti con un abito di diverso colore. Cose da Clan…».

Com’era Celentano?

«Un boss, il capo…»

E la scena musicale di Milano nei primi anni della vostra carriera?

«Era un grande laboratorio, anche di ricerca, in fermento. Arrivavano gruppi dall’estero e si stabilivano da noi. Era come una grande onda di energia. Ognuno, pur collaborando e condividendo le stesse passioni con altri musicisti, aveva il suo spazio, poteva sviluppare le proprie idee. Noi siamo stati vicini a un clima musicale che potrei definire mediterraneo a differenza di altri che imitavano gruppi inglesi o americani. La musica straniera la ascoltavamo su Radio Luxembourg, radio privata che trasmetteva tutte le anteprime inglesi e americane. E’ lì che abbiamo ascoltato per la prima volta “Homburg” dei Procol Harum che è diventata “L’ora dell’amore”».

Era il 1967 e i Dik Dik dei Procol Harum hanno inciso «A whiter shades of pale» che è diventata «Senza Luce». Voi lo stesso anno avete pubblicato «L’ora dell’amore». Come è andata?

«”Senza luce” è uscita poco prima di “L’ora dell’amore”. Loro volevano fare anche “Homburg” ma noi li abbiamo fregati sul tempo (dice ridendo). Ma “Homburg” l’avevamo sentita noi prima di loro e abbiamo addirittura anticipato l’uscita in Italia della versione originale».

Tra il ‘67 e il ‘70 avete collezionato una serie impressionante di «numeri uno». Eravate giovanissimi: sentivate la pressione oppure l’affetto del pubblico vi caricava?

«E’ stato veramente un bel periodo. Niente pressioni ma un’energia che ci ha dato la carica per arrivare fino ad oggi. Facciamo ancora tante serate e chiuderemo il tour di quest’anno addirittura in Canada. Ancora oggi ci troviamo a suonare davanti a 7, 8 mila persone».

Una curiosità che riguarda la sfera privata. Come mai ha scelto Castiglione delle Stiviere per vivere?

«L’ho scelto 40 anni fa con mia moglie Marina che ho conosciuto al mare mentre ero in tour».

A proposito di donne. Era cosciente del fatto che le donne impazzivano per lei? Era considerato uno dei «belli» del pop italiano…

«Era cosciente eccome – dice sorridendo con tenerezza la moglie, presente all’incontro….». «Sinceramente – aggiunge Tonino – non posso dire mi dispiacesse l’affetto delle fan ma ho sempre preferito che mi dicessero “quanto sei bravo” piuttosto che “quanto sei bello”. Comunque devo ammettere che un po’ di reggiseno sono arrivati anche per me sul palco…».

Dove prende l’energia che la caratterizza tutt’oggi?

«Dalla passione indescrivibile per la musica, sopra ogni cosa c’è la musica. E dall’amicizia dei miei compagni di viaggio, una vita insieme».

Chi ricorda volentieri e chi no tra le tantissime persone che ha incontrato in 50 anni di carriera?

«Ho sempre avuto un buon rapporto con tutti». «Posso spezzare una lancia in suo favore? – ha detto Marina. Tonino è persona di un’umiltà unica. Forse nel suo ambiente non è proprio un punto a favore. Lui comunque è veramente ben voluto da tutti anche perchè non ha mai parlato male di nessuno». «L’umiltà – interviene Tonino – alla fine ripaga».

Quasi 30 milioni di dischi venduti ed è riuscito a restare coi piedi per terra: complimenti. Ha fatto tanti soldi?

«No, con la vendita dei dischi sono altri che hanno fatto una fortuna. Per noi c’era la soddisfazione, anche economica, dei concerti».

Che ricordo ha di Riki Maiocchi, primo leader dei Camaleonti?

«La buonanima poteva essere il Mick Jagger italiano. E non mi ha mai saldato la prima settimana di lavoro nella band: sono fuori di 35 mila lire…(dice sorridendo)».

Cosa?

«Quando mi chiamarono neiCamaleonti come tastierista mi misero immediatamente sul palco. Allora si guadagnavamo 5 mila lire a sera. Ebbene, Riki disse che la prima settimana era di prova e quindi si tenne i soldi… Ma è un ricordo tenero, nessuna polemica».

Che spettacolo farete a Montichiari?

«Sono proprio felice di questa possibilità e non vedo l’ora di esibirmi in piazza Santa Maria dove faremo due ore di concerto con tutti i nostri più grandi successi e alcune cover di altri artisti famosissimi del pop nazionale».