Montichiari piange Sara: vera guerriera ha lottato col sorriso fino alla fine
Della sua malattia ha parlato pubblicamente solo per mandare una lettera aperta a Michela Murgia perché non condivideva l’approccio mediatico della scrittrice rispetto alla convivenza con il tumore e al modo di parlarne pubblicamente.
«La perdita di una figlia non concede parole. Vi invio il mio affetto e le mie sentite preghiere a sostegno del vostro grande dolore». Tra i tanti messaggi di condoglianze espressi sui social indirizzati alla famiglia di Sara Mattei abbiamo scelto questo perché ben riassume i sentimenti che tutti i monteclarensi che conoscevano Sara e conoscono la sua famiglia stanno provando in questi momenti.
Lutto
A Montichiari si sta soffrendo, pregando e riflettendo sull’incommensurabile dolore che possono provare genitori come Lorena e Mario mentre stanno piangendo una figlia che se ne è andata troppo presto. I monteclarensi si stanno stringendo idealmente Nino, fidanzato di Sara, al fratello Enrico, alla nonna a tutti i parenti di una donna che ha affrontato la malattia con coraggio ma soprattutto con grande fiducia nella scienza perché ella stessa era scienziata. Sara ha affrontato anni di malattia con coraggio e speranza, vivendo pienamente.
Della sua malattia ha parlato pubblicamente solo per mandare una lettera aperta a Michela Murgia perché non condivideva l’approccio mediatico della scrittrice rispetto alla convivenza con il tumore e al modo di parlarne pubblicamente. Sara, tra l’altro, aveva scritto sulla sua pagina Facebook: «La mia malattia la affronto. Ci sono momenti più semplici e momenti più complicati, momenti belli (perché sembra strano ma nella malattia esistono anche momenti belli) e momenti brutti. Accettare di avere un tumore non è un passo facile da fare ma nel momento in cui si riesce a farlo si torna a respirare: si incastrano gli appuntamenti medici con il lavoro, con gli amici e con le persone che ti stanno vicino. Si impara a convivere».
Parole di grande, grandissima forza che restano come testamento morale di una giovane donna che nonostante la grave malattia progettava il suo futuro con Nino e insieme stavano arredando casa, parole di una donna che ti sembrava di veder sorridere riflessa del sorriso di mamma Lorena a cui tanti, tantissimi, si stanno stringendo in un abbraccio che si spera possa essere un poco di conforto anche se non c’è niente di paragonabile al dolore di una madre che perde un figlio.
Ultimo saluto
L’abbraccio ideale a mamma Lorena e a tutti i famigliari di Sara si è trasformato in un abbraccio reale dei monteclarensi sabato mattina in Duomo quando alle 8.45 si è tenuta la cerimonia funebre per l’ultimo saluto a una giovane donna, Sara aveva 37 anni, che ha affrontato la malattia dando e ricevendo amore, «respirando la vita», essendo sincero esempio di come si possa amare la vita, sempre e comunque.