L’ingresso del Castello Bonoris cambia volto
Lavori che fanno parte di un ampio progetto di riqualificazione e mantenimento del maniero monteclarense
Taglio del nastro nel pomeriggio di sabato scorso per sottolineare la chiusura dei lavori di restauro dell’ingresso del castello Bonoris e per l’apertura dei nuovi servizi igienici ora utilizzabili anche dai disabili.
Castello Bonoris
Lavori che fanno parte di un ampio progetto di riqualificazione e mantenimento del maniero monteclarense ormai, lo ha sottolineato il vice sindaco Angela Franzoni, divenuto simbolo della città e monumento più visitato dai turisti che vengono da fuori.
Ecco perché l’amministrazione sta ponendo particolare attenzione all’ex dimora del conte Gaetano Bonoris: la bellezza del castello attrae turisti e il turismo significa ricchezza per la città a beneficio delle attività locali.
«Questi lavori di restauro e riqualificazione - ha detto il sindaco Marco Togni - sono coerenti con il nostro programma elettorale. Considerando il numero e l’importanza degli edifici di proprietà comunale, da quando ci siamo insediati il nostro impegno è stato massimo per garantire una costante manutenzione delle strutture comunali e interventi di riqualificazione là dove si sono dimostrati necessari».
Progetto
In programma per il castello Bonoris ci sono altri lavori urgenti: il restauro delle preziose vetrate, la messa in sicurezza completa della merlatura, il rifacimentodel tetto. Ma si sta pensando anche a come rendere ancora più attrattivo il monumento. E lo ha spiegatol’assessore ai Lavori Pubblici Graziano Bonometti: «Stiamo valutando un’implementazione dell’illuminazione dal basso per rendere ancora più affascinante il maniero, ci sono alcuni punti della struttura che sono nascosti alla vista e nostra intenzione è quella di valorizzare al massimo il monumento».
Gli ultimi lavori portati a termine alcastello sono costati 230mila euro. 140mila euro sono arrivati da Regione Lombardia e e 70mila sono stati impegnati dal Comune. A favorire il finanziamento regionale è stata Claudia Carzeri, consigliere regionale e comunale, alla quale tutti gli amministratori presenti hanno espresso ringraziamenti per l’impegno profuso. «Dopo il periodo del Covid - ha detto Carzeri - Regione Lombardia ha espresso un Decreto da 4 miliardi di euro per far ripartire l’economia e soprattutto l’edilizia, un Piano Lombardia con cui il presidente Fontana ha voluto favorire interventi per l’edilizia pubblica e quando sono venuta a conoscenza di questa possibilità ho chiamato Angela e le ho espresso il desiderio di sfruttarel’occasione per la nostra città e credo che investire per il nostro castello, simbolo della città, fosse necessario. Per quanto mi riguarda ritengo di aver fatto solo il mio dovere di cittadina monteclarense che oggi ha la fortuna di essere in Consiglio regionale».
E il sindaco Togni ha ricordato che quando l’idea è arrivata in Giunta non ci sono stati dubbi sulla necessità dell’intervento al castello. Per altro tutti i lavori di restauro e ristrutturazione in programma per il futuro sono già stati autorizzati dalla Sovrintendenza, quando ci saranno i fondi potranno partire.
Opere
Responsabile del restauro è statal’architetto Laura Furlan che ha ricordato come il lavoro sia stato fatto con grande attenzione e passione «partendo da un rilievo accurato del degrado per rendere leggibile quello che il tempo aveva praticamente cancellato. Non è stato semplice - ha detto Furlan - ma ringraziol’impresa Officine Pittoriche e le restauratrici per aver svolto un lavoro eccezionale e anche l’Ufficio tecnico del Comune per il costante supporto».
«Non posso che esprimere felicità per il lavoro svolto - ha detto il direttore di MontichiariMusei Paolo Boifava -. Finalmente all’ingresso riusciamo a intuire il San Pancrazio a cavallo che prima era meno leggibile e a vedere anche lo scimmione gigante che altro non è che l’Homo Selvaticus, rappresentato spesso nei castelli delle valli alpine. Un tempo c’era anche una scritta che avvisava il visitatore: “se porti buone nuove puoi entrare, se son cattive ti devo bastonare”. Il conte Bonoris avvisava così che per lui il castello era una dimora in cui doveva regnare la massima tranquillità».