Il racconto

A due passi dalla guerra: le testimonianze dei bresciani tornati a casa

La comitiva partita da Capriolo, 43 persone, si trovava in Giordania quando Hamas ha attaccato; il parroco don Giuseppe Mattanza: "Speriamo che la guerra finisca"

A due passi dalla guerra: le testimonianze dei bresciani tornati a casa
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di Stefania Vezzoli

Quella di sabato 7 ottobre è una data che resterà impressa nella storia dell’eterno conflitto tra Israele e Palestina. Una complessa azione di guerriglia lanciata dagli uomini di Hamas, una pioggia di razzi partita dalla Striscia di Gaza.

A due passi dalla guerra: le testimonianze dei bresciani tornati a casa

Sono oltre mille le vittime: una strage di militari e, soprattutto, di civili. Le immagini della devastazione nelle città di Ashkelon e Ashdod, rimbalzate sui media di tutto il mondo, hanno suscitato sgomento e preoccupazione un po’ ovunque, ma alcune comunità sono state colpite più di altre.  E’ il caso di Capriolo, dove la notizia ha destato un panico collettivo perché, in Terra Santa, seppur non così vicino a Gaza, c’era una comitiva di 43 pellegrini, partiti il 4 ottobre dal borgo franciacortino. Un’apprensione comprensibile ma che, come rimarcato dal parroco don Giuseppe Mattanza (anche lui in Medio Oriente), è risultata addirittura eccessiva, esagerata.

Noi eravamo in Giordania quando è scoppiato il tutto. Subito abbiamo ricevuto chiamate e messaggi dai famigliari, spaventati dalle immagini viste in tv, ma noi eravamo al sicuro. Scrivevo due volte al giorno a don Francesco (Bertuetti, il curato fresco di nomina, ndr) per aggiornarlo e lui trasmetteva le notizie alla comunità, anche durante le Messe. Non abbiamo subito blocchi militari o perquisizioni, non abbiamo visto né sentito niente di spaventoso, non abbiamo vissuto esperienze traumatiche: il conflitto lo vedevamo anche noi in tv, come in Italia.

ha spiegato, al telefono, mercoledì, il giorno successivo al rientro a Capriolo.

Il sacerdote ha sottolineato che la situazione era ovviamente diversa (e probabilmente assai più traumatica) per altri turisti italiani che si trovano nei territori più vicini alla Striscia di Gaza e alle città bombardate. Per i capriolesi, per fortuna, invece non è stato così e, anzi, il pellegrinaggio si è svolto regolarmente.
Il gruppo era composto da 43 persone: insieme ai cittadini di Capriolo guidati dal parroco don Giuseppe Mattanza c’era anche don Ermanno Magnolini, parroco di Berzo e Monte Berzo, che ha partecipato al viaggio con due nipoti. Con la comitiva c’era poi il sacerdote bresciano don Mauro Orsatti, noto e apprezzato biblista.

Uno dei momenti più suggestivi è stato la tappa a Betlemme, dove è stata celebrata la Messa (quella di mezzanotte a Natale).

Ci siamo accorti che in giro c’era molta meno gente, nonostante gli alberghi fossero tutti pieni. Tutti i negozi erano chiusi, le strade erano deserte. Avremmo dovuto ultimare il pellegrinaggio a Gerusalemme, ma qui abbiamo trovato un posto di blocco e, nel frattempo, l’agenzia si è messa in contatto con noi, spiegandoci che era più prudente anticipare il rientro.

Il sacerdote ha voluto esprimere un particolare e caloroso ringraziamento all’agenzia viaggi Brevivet (con sede a Brescia), per l’ottima gestione della situazione, il costante e attento monitoraggio, le attenzioni e rassicurazioni.

In un primo momento pensavamo di rientrare lunedì notte, invece poi ci è stato detto che non sarebbe stato sicuro viaggiare con il buio, quindi abbiamo dormito in hotel e la mattina dopo (martedì) ci siamo recati all’aeroporto di Tel Aviv – ha proseguito – L’aereo è decollato intorno alle 17.30. Verso le 22 siamo arrivati (in pullman da Verona) a Capriolo. Non abbiamo avuto nessun disagio, se non quello di non vivere gli ultimi due giorni di pellegrinaggio.

Insomma, è stata comunque un’esperienza straordinaria ed emozionante, seppur interrotta in modo brusco.

Ovviamente ci dispiace per quello che è successo e anche noi piangiamo per le vittime. Ci auguriamo che la guerra finisca, tutto il mondo è attratto da quel pezzo di terra, l’auspicio è che si possa raggiungere la pace affinché chiunque possa andarci in sicurezza.

Martedì sera ad accogliere l’arrivo dei pellegrini nel piazzale di via Urini a Capriolo c’era, insieme ai famigliari e amici, anche il sindaco Luigi Vezzoli, che nei giorni precedenti si era tenuto quotidianamente in contatto telefonico con la comitiva.

Erano tutti tranquilli e sereni, seppur segnati dalla stanchezza,

ha sottolineato Vezzoli, con evidente sollievo. Sebbene infatti, come evidenziato dal parroco, la preoccupazione della comunità sia stata forse esasperata (e i messaggi un pochino assillanti), era comunque difficile dormire sapendo che quaranta concittadini si trovavano così vicini al conflitto.

Alcune immagini del pellegrinaggio

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