Peste suina: Garbelli ha richiesto l'istituzione di una cabina di regia sul territorio
Al convegno è intervenuto anche l’assessore regionale Alessandro Beduschi
Peste suina: Garbelli ha richiesto l'istituzione di una cabina di regia sul territorio.
Peste suina: il virus è alle porte del territorio bresciano
Per affrontare la peste suina, un dramma che potrebbe travolgere Brescia e l’intera Pianura Padana, il più grosso distretto suinicolo in Italia, servono anzitutto conoscenza (delle norme di comportamento, delle leggi, della biosicurezza) e consapevolezza (ciascun allevatore deve sapere che è anello fondamentale di una filiera che vale, solo a Brescia, quasi trecento milioni, per oltre 1,2 milioni di capi). Per questo non si può sbagliare, perché il virus è alle porte di Brescia, prima provincia in Italia per patrimonio suinicolo, e c’è il rischio di distruggere la suinicoltura italiana. Ciascun allevatore deve innalzare quanto più possibile i livelli di sicurezza e porre attenzione a tutto, segnalando tempestivamente alle autorità sanitare eventuali anomalie.
Le parole di Garbelli
Ha parlato così il presidente di Confagricoltura Brescia Giovanni Garbelli, nella mattinata di venerdì 1 settembre 2023 nel corso del convegno “Suinicoltura bresciana, le sfide per restare sul mercato”, organizzato in occasione della Fiera di Orzinuovi. Alla presenza di decine dei principali allevatori bresciani, il leader di Confagricoltura, affiancato dal presidente nazionale della federazione Rudy Milani, ha chiesto l’istituzione di un doppio tavolo di lavoro per la Psa: uno permanente, in Regione Lombardia, sul modello di quello già sperimentato per l’emergenza idrica, e una specifica cabina di regia su Brescia, stante la centralità del nostro territorio, la presenza sia della fondazione Istituto zooprofilattico sia dell’Istituto zooprofilattico e di una Ats forte.
“Confagricoltura Brescia sta tenendo informati i soci su quanto sta accadendo e sui comportamenti da tenere – ha detto Garbelli -. Ma deve essere chiaro che nessuna misura di contenimento può essere davvero efficace se, com’è capitato nell’allevamento di Pavia, vengono messi in atto comportamenti irresponsabili e non vengono effettuate le dovute comunicazioni, impedendo così un intervento tempestivo e mettendo in pericolo l’intero comparto suinicolo. Il livello di attenzione è altissimo e le strutture veterinarie sono al lavoro per monitorare la situazione ovunque, ma la prima e principale protezione parte da noi. Invito tutti gli allevatori bresciani a seguire scrupolosamente le norme di cautela, per evitare effetti devastanti negli allevamenti. Alle istituzioni invece chiedo di trovare nuove risorse da destinare a interventi di biosicurezza e contenimento dei cinghiali, per circoscrivere il più possibile la diffusione della Psa nell’interesse di una filiera che è tra le principali dell’economia zootecnica in Italia e a Brescia”.
Vista la situazione, la Regione ha implementato un’attività straordinaria di sorveglianza per dare garanzie sullo stato sanitario degli allevamenti e ha stabilito che, su tutto il territorio lombardo, le movimentazioni di suini siano subordinate, dal 29 agosto, all’esito favorevole di una serie di controlli straordinari (visita clinica, verifica andamento mortalità, prelievo milza, eventuale prelievo di sangue).
Le parole di Rudy Milani
Al convegno, al quale è intervenuto anche l’assessore regionale Alessandro Beduschi, reduce da un incontro al ministero proprio per parlare di Psa, sono risuonate le parole di Milani:
“Il mondo che eravamo abituati a conoscere è stravolto: non è mai successo che le associazioni agricole fossero sedute al ministero della Difesa per parlare di cinghiali e Psa. L’epoca di temporeggiare è finta se vogliamo avere un futuro. È vero che le istituzioni sono arrivate tardi, che abbiamo denunciato il problema anni fa e si stanno muovendo solo adesso per sperare di arginare il problema. Ora il Governo si è impegnano in un piano di abbattimenti da 650mila cinghiali in un anno ed è stata istituita una cabina di regia quindicinale, alla quale noi continueremo a chiedere conto”.
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