Palazzolo piange Norma, storica commerciante con la passione per «ostriche e champagne»
Figlia del noto architetto Duilio Businaro, fino al 2008 ha gestito con la figlia un negozio di articoli per la casa, realizzando a mano le sue creazioni
Si è spenta a 77 anni, dopo una lunga malattia, Norma Businaro Schivardi, storica commerciante della città, madre determinata ma affettuosa, donna di cultura e di grande eleganza: una figura che tutti conoscevano sia per i natali che per le creazioni fatte a mano, cucite o all’uncinetto, che ancora oggi colorano le case di tantissimi palazzolesi.
La città piange Norma, storica commerciante e artista del ricamo
Nata e cresciuta a Palazzolo, figlia dell’architetto Duilio Businaro, noto professionista della città e fra i fondatori della cooperativa Eccal, dopo gli studi classici (prima a liceo, poi all’università) si era trasferita a Saronno assieme al marito Antonio Schivardi, scomparso nel 2019, e alla figlia Giada (il secondogenito, Alberto Duilio, era nato là) dove ha insegnato come supplente lettere e storia. A riportarla a Palazzolo è stata, purtroppo, una tragedia: la scomparsa di entrambi i genitori, morti in un incidente in auto a Crema. Erano gli anni Ottanta.
«Mamma ha deciso di ritrasferirsi a Palazzolo per prendere in mano l’ufficio del nonno e sistemare tutte le carte, poi ha affiancato papà come assicuratrice in un’agenzia con sede a Sarnico», hanno raccontato i figli. Poi, assieme a Giada, è iniziata l’avventura di «Quel tocco in più», un negozio di articoli per la casa prima attivo vicino al Sacro Cuore, poi in piazza, dove ha lavorato fino al 2008. Sugli scaffali non mancavano piatti, bicchieri e tanti altri prodotti: ma a renderlo davvero speciale erano le creazioni della stessa Norma, piccole opere d’arte fatte all’uncinetto e con il punto croce, realizzate con cura e talento.
«Aveva imparato a cucire e ricamare ancora da piccola, quando frequentava le suore, ed è diventata una passione che l’ha accompagnata tutta la vita: ha posato l’uncinetto solo tre giorni prima di spegnersi - hanno continuato - Nei giorni scorsi, fra le tantissime persone che sono hanno chiamato o sono venute per fare le condoglianze (alcune anche da Genova, un bagno d’affetto enorme per la nostra famiglia), c’erano molte donne e ragazze che hanno portato alcuni dei suoi lavoretti, acquistati o ricevuti in dono per qualche ricorrenza: migliaia di opere con cui si ricorderanno di lei e delle sue mani d’oro».
Donna di cultura e di grande eleganza
Un’eredità concreta, tangibile, piccoli pezzi di storia che negli anni sono entrati nelle case dei palazzolesi e non solo («le infermiere dell’oncologia di Chiari la adoravano perché aveva realizzato un pensierino per tutte, così come le corone natalizie da mettere sulle porte delle stanze») ora esposti su tavoli e credenze, a cui si aggiunge un lascito ancora più grande.
«Era una donna tenace, solare, che ci ha insegnato a vivere la vita fino in fondo e a credere fortemente nei nostri obiettivi: come mamma, poi, era una presenza un po’ “ingombrante”, nel senso che diceva sempre la sua, dava consigli anche non richiesti, anche se poi ci diceva sempre di fare come desideravamo. Ma c’è sempre stata».
Commerciante apprezzata da tutti, cresciuta a pane, greco e latino e di grandissima cultura, era anche una donna di classe, elegante e dai gusti raffinati. «Amava le ostriche e infatti, nell’ultimo periodo, le abbiamo fatto una sorpresa organizzando un pranzo con il suo piatto preferito, accompagnato da un bicchiere di champagne», hanno concluso i figli a cui martedì l’intera comunità si è stretta per l’ultimo saluto alla 77enne.