Made in Brescia: contrazione della produzione nel secondo trimestre 2023
Questo è quanto emerge dall'analisi congiunturale del Centro Studi di Confindustria Brescia sui dati relativi al periodo aprile-giugno 2023
Il Made in Brescia ha registrato una contrazione della produzione nel secondo trimestre del 2023.
Made in Brescia, segnali di indebolimento
Questo è quanto emerge dall'analisi congiunturale del Centro Studi di Confindustria Brescia sui dati relativi al periodo aprile-giugno 2023. Un risultato che va, di fatto, ad interrompere la striscia positiva che ha preso il via nel 2021. Nel dettaglio, la variazione rispetto al trimestre precedente è pari a -1,0% (congiunturale), mentre l’evoluzione nei confronti dello stesso periodo del 2022 (tendenziale) mostra un segno negativo (-0,4%), il primo dall’ultimo trimestre 2020, quando l’industria bresciana stava ancora fronteggiando le problematiche causate dalla pandemia da Covid-19.La dinamica rilevata a livello locale è in coerenza con un contesto nazionale e internazionale divenuto, negli ultimi mesi, sempre più aspro per quanto riguarda il comparto manifatturiero. A seguito delle evoluzioni sopra indicate, il tasso acquisito, ovvero la variazione media annua che si avrebbe se l’indice della produzione non subisse variazioni fino alla fine del 2023, è pari a +2,0%.
I fattori determinanti
Alcuni fattori hanno giocato un ruolo determinante da questo punto di vista: il generalizzato rallentamento dell’attività produttiva a livello mondiale (con l’indice PMI globale che a giugno si è attestato abbondantemente sotto la soglia che delimita la crescita dalla contrazione, ai minimi da sei mesi), la sempre più debole dinamica della Germania, principale partner commerciale per la manifattura bresciana (con la più recente rilevazione dell’indice PMI ai valori più bassi da oltre tre anni), la debolezza del commercio internazionale (in contrazione dello 0,9% nei primi quattro mesi del 2023 sullo stesso periodo dell’anno scorso), l’inedito rialzo del costo del denaro, sulla scia delle misure da parte della BCE, in chiave anti-inflazione. In tale contesto, buone notizie provengono dal costo degli input energetici, con le quotazioni del gas naturale largamente rientrate dai picchi sperimentati l’anno scorso.
“Ci aspettavamo un rallentamento, alla luce dei numerosi segnali provenienti dall’economia mondiale nelle ultime settimane – commenta Franco Gussalli Beretta, presidente di Confindustria Brescia –; le prospettive restano incerte anche per il prossimo futuro, in particolare per la flessione della domanda proveniente dalla Germania. Si tratta di incognite che, inevitabilmente, incideranno anche nella futura rilevazione legata al periodo tra luglio e settembre, al di là della tradizionale chiusura della maggior parte degli stabilimenti nel periodo estivo. Al momento, registriamo invece una tenuta del comparto Automotive: in considerazione dell’importanza che il settore riveste per la nostra provincia, si tratta certamente di un segnale incoraggiante, anche se nei prossimi mesi è previsto un rallentamento anche in tale ambito.”
Tornando alla rilevazione, nel periodo considerato il 31% degli operatori intervistati ha dichiarato una crescita dell’attività rispetto al trimestre precedente, a fronte del 31% che si è espresso per il mantenimento dei volumi prodotti e del 38% che invece ha segnalato una flessione degli stessi. La disaggregazione della variazione della produzione per classe dimensionale mostra generalizzate flessioni: -0,5% per le imprese micro, -0,7% per le piccole, -1,3% per le medie e -2,5% per le grandi.