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Impianto di produzione idrogeno: Legambiente non ci sta, scatta la raccolta firme

Lanciata dal circolo basso Sebino una petizione per chiedere garanzie sulla sicurezza e soprattutto sull'utilità del progetto idrogeno H2iseO

Impianto di produzione idrogeno: Legambiente non ci sta, scatta la raccolta firme
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I rappresentanti di Legambiente basso Sebino, Dario Balotta e Franco Gangemi, Orsolina Ciocchi del comitato pro ospedale e il consorzio dei campeggiatori del lago d'Iseo hanno lanciato una raccolta firme tra gli iseani. Chiedono di avere garanzie sulla sicurezza e garanzie sull'utilità del progetto idrogeno H2iseO.

Impianto di produzione idrogeno: Legambiente non ci sta, scatta la raccolta firme

Legambiente e i promotori dell'iniziativa hanno messo ai "raggi x" tutto il progetto ricavandone pessimi risultati anche per quanto riguarda la sostenibilità ambientale e i costi. Il circolo di Legambiente basso Sebino e i cittadini d'Iseo chiedono in sostanza alle Ferrovie Nord e al Comune d'Iseo di chiarire in un confronto pubblico le seguenti questioni relative alla sicurezza dell'impianto e all'efficienza del sistema "Treni a Idrogeno" che si intende adottare sulla linea ferrovia Brescia Iseo Edolo.

Di seguito il testo della petizione e i punti critici evidenziati dal comitato promotore.

Sicurezza dei cittadini

"Solo qualche giorno fa il Ministero degli Interni ha approvato uno schema di norme antincendio per gli impianti di produzione e stoccaggio di idrogeno, questo schema, non ancora approvato resterà fino al 15 maggio nel periodo di "status quo", vale a dire a disposizione per eventuali osservazioni della Commissione Ue e degli Stati membri dell’Unione Europea. Si chiede di non attivare l'impianto ad idrogeno in costruzione in via Ninfea prima dell'adozione formale delle norme di sicurezza in oggetto".

Consumo di suolo e localizzazione dell’impianto:

"Ci si domanda come mai con tutti gli spazi a disposizione nell'Officina ferroviaria di Trenord ad Iseo, che verrà trasferita nella costruenda officina di Rovato, non si sia individuata una delle tante aree non utilizzate per costruire l'impianto di stoccaggio e produzione di Idrogeno e più lontano dal centro abitato. I cittadini del quartiere di Via Mier sono per questo preoccupati e fino ad ora non hanno avuto alcuna comunicazione e informazione sui lavori che si stanno svolgendo. È ingiustificato l'utilizzo di 3mila mq di verde quando sono presenti aree inutilizzate nell'attuale Officina".

Idrogeno non pulito

"Dai progetti resi noti dalla Regione Lombardia (capofila del progetto H2iseO) “treni alimentati con idrogeno” risulta che i treni in sostituzione dei convogli diesel che operano attualmente sulla linea Brescia-Iseo-Edolo saranno alimentati ad con idrogeno. Tale idrogeno verrà prodotto con il sistema (Steam Metane Reformer) che come dice la sigla stessa prevede l'utilizzo di gas metano. Gas metano che sarà fornito da A2A e SNAM. Pertanto si tratterà di idrogeno non pulito (grigio) che verrà prodotto attraverso un processo di elettrolisi che prevede anche il consumo di acqua".

Alti costi dei treni per adattamento delle infrastrutture

"Sorprendono i costi elevatissimi di 165 milioni di euro per l'acquisto di 14 treni a idrogeno a regime (in 2 fasi la prima di 6 e la seconda di 8). Il costo unitario (11,7 milioni a terno) è più che doppio di un treno di lunghezza analoga (elettrico o diesel). I nuovi treni a causa della maggiore lunghezza (circa 100 m, ma di capacità pari a quelli attuali, a causa del modulo centrale di conversione idrogeno) richiedono anche l’allungamento banchine delle stazioni e il rifacimento delle tettoie dell'Officina di Iseo per poter essere ricoverati ospitare, mentre è in costruzione la nuova officina a Rovato".

Bassa efficienza energetica

"Diversi studi svolti da qualificati Consulenti indipendenti (commissionati da autorità governative tedesche e del Belgio) mostrano che è nettamente preferibile alimentare i treni direttamente con l'elettricità piuttosto che tramite l’idrogeno. Il metodo più efficiente per i treni è la catenaria (linea aerea) che porta alla ruota del treno il 75% dell'energia trasferita, mentre il ricorso all'idrogeno porta solo il 30-35% dell'energia utilizzata alla ruota del treno".

Costi di gestione proibitivi e iniqui

"La recente delibera regionale 7329 del 14.11.2022 mette a nudo l’abnorme aumento dei costi di esercizio della linea (+24,5 milioni l'anno) per far circolare i treni ad idrogeno. Il peso di questo onere verrà “scaricato” sul prossimo Contratto di servizio Regione/Trenord il cui avvio è atteso tra qualche mese, senza che sia stato discusso con gli Enti territoriali interessati. Si tratta di un aumento del 40-45% dei costi correnti del servizio (ogni treno-km prodotto passerebbe da 19,5 euro a km a oltre 25 euro a km. La spesa annua salirà da 17,5 milioni di euro a 40 milioni! Questa enorme aumento di spesa drenerà così tante risorse da impedire secondo l'UTP (l’Associazione Utenti Trasporti Pubblici) il potenziamento e l'intensificazione dei treni regionali del "quadrante est" sulle linee Bergamo-Brescia, Verona-Brescia Milano e Brescia-Parma".

Proposta

"La sperimentazione dei treni ad idrogeno si è conclusa in tutta Europa. L’esito di tale sperimentazione ha portato le Autorità a indirizzare più pragmaticamente le proprie scelte a utilizzare - a seconda dei casi - un mix di treni ibridi a batteria o a procedere con elettrificazioni (parziali o integrali) per la conversione dei servizi diesel e, per questa via, conseguire gli obbiettivi di de-carbonizzazione. I treni già acquistati possono essere utilizzati più efficacemente su linee senza gallerie, con frequentazioni maggiori e su linee a maggiore velocità della pianura padana dalla stessa Trenord".

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