Marco Paolini arriva al Gran Teatro Morato
Così Paolini descrive il suo nuovo spettacolo in cui, con un filo conduttore autobiografico, racconta momenti di crisi piccoli e grandi, personali e collettivi che hanno cambiato il corso delle cose
Marco Paolini arriva al Gran Teatro Morato di Brescia.
Marco Paolini a Brescia
Un altro grande personaggio in arrivo al Gran Teatro Morato di Brescia: il regista, attore e scrittore Marco Paolini è atteso sabato 22 aprile 2023 con il suo nuovo spettacolo “Sani!”.
«“Sani” è un’espressione usata per dare il saluto ai piedi delle Alpi, nella valle del Piave. Viene da Salus, riassume il senso del teatro per questo tempo, un teatro che mette insieme creando ponti. SANI! è un abbraccio, un augurio, un invito a provarci, un tonico contro la solitudine in forma di ballata popolare».
Così Paolini descrive il suo nuovo spettacolo in cui, con un filo conduttore autobiografico, racconta momenti di crisi piccoli e grandi, personali e collettivi che hanno cambiato il corso delle cose. Le crisi raccontate come occasioni, a volte prese al volo, altre volte incomprese e sprecate. Si parte dai temi di fondo della crisi climatica e della transizione ecologica. Si parte e si finisce con due storie già narrate ne La Fabbrica del Mondo, il progetto di Marco Paolini e Telmo Pievani trasmesso da Rai3 a gennaio 2022. Si parte dal racconto sul peso del benessere (l’Artificiale) in rapporto al peso della biomassa (il Naturale). Sulla scena un enorme castello di carte mostra la fragilità dell’equilibrio di ogni sistema ecologico, naturale o artificiale, ma la prosa del racconto televisivo a teatro si fa ballata, permette salti e capriole.
Gli ingredienti dello spettacolo
Paolini racconta le tragicomiche conseguenze del suo primo (e unico) incontro con Carmelo bene nel 1983 che ha cambiato la sua direzione teatrale e subito dopo la contemporanea crisi della guerra fredda che ebbe come protagonista Stanislav Petrov. In rapida successione passando attraverso memorie più lontane, si arriva alla crisi, al lockdown del 2000. Il racconto iniziale e quello finale, Cattedrale, sono coerenti con il pensiero guida de La Fabbrica del Mondo: non basta avere consapevolezza, in una crisi servono coraggio e immaginazione, perché tornare a prima non si può, desiderarlo è umano ma non è utile, né pratico. Il punto esclamativo esprime la fiducia nella risposta al saluto degli spettatori. Guadagnarsi quella fiducia, trasmetterla è la sfida di questo teatro fra parentesi. Ad impreziosire lo spettacolo le musiche originali composte ed eseguite da Saba Anglana e Lorenzo Monguzzi.