La rinascita dopo l'anoressia: Vania si racconta in un "diario di viaggio"
Una storia di forza e speranza: è quella che emerge nel libro pubblicato dalla 23enne, la raccolta degli scritti e dei pensieri dei 101 giorni di ricovero. Giovedì 1 la presentazione al centro sportivo.
di Emma Crescenti
Lei lo definisce il suo diario di viaggio. Lo specchio fedele, sincero e senza veli, dei 101 giorni che Vania Tognoli ha trascorso nella struttura Richiedei di Gussago per affrontare la lotta contro l’anoressia. E che ora, si spera, possa essere un’ancora, un sostegno, per chi si trova a vivere la malattia.
La rinascita dopo l'anoressia: Vania si racconta in un "diario di viaggio"
«Amare te stesso è l'inizio di una storia d'amore che dura tutta la vita» recita il titolo del libro, citando Oscar Wild. Parole profonde, da cui è partito, appunto, il viaggio della 23enne di Castelcovati verso la guarigione e la rinascita: il primo passo, infatti, è stata la presa di coscienza, la consapevolezza di avere un problema. «Durante il ricovero ho iniziato a scrivere le mie giornate, le mie riflessioni, le mie paure: all’epoca avevo solo 15 anni», ha raccontato la covatese ripercorrendo a ritroso la sua storia. «Il libro non è altro che il mio diario, la raccolta dei pensieri che ogni giorno mettevo per iscritto: la scelta, al momento di pubblicarli, è stata quella di non cambiare niente, anche se a posteriori di cose ne avrei cambiate sia a livello di scrittura che di pensiero, perché è l’esatta fotografia di come mi sentivo in quei momenti, con la stessa grafia e le immagini che avevo messo a corredo».
Settimane lontane in cui però non è mai stata sola, accompagnata dalla sua terapeuta e operatori della struttura in un percorso dove ha dovuto fare i conti con l’anoressia, ma anche (e forse questo è ciò che spaventa di più) con se stessa. Un percorso in cui ha dovuto imparare a fidarsi degli altri, ma anche di se stessa, trovando la forza per guarire. «Non c’è una pillola magica per far passare tutto, bisogna accettare il cambiamento, capire che non è possibile affrontare tutto da soli: infatti io vorrei ringraziare i miei genitori, mia sorella e soprattutto il mio ragazzo, su cui spesso facevo affidamento durante i miei crolli emotivi per non far preoccupare ancora mamma e papà», ha raccontato Vania che oggi è rinata e lavora nel suo studio di estetica. Dentro di lei, lo ammette, rimarrà per sempre una cicatrice, ma non la spaventa: «Ogni tanto ci sono dei periodi difficili, ma con gli strumenti giusti è possibile affrontare tutto. Questo è il messaggio che vorrei dare e quello che mi ha spinto, nonostante sia una persona riservata, ad accettare la proposta dei miei genitori e a pubblicare questo libro».
La presentazione
Giovedì 1 dicembre, alle 20.45, Vania presenterà la sua storia al centro sportivo in occasione di una serata organizzata dalla biblioteca. «Vania poteva tranquillamente cercare l’oblio e invece ha deciso di raccontare la sua esperienza che parla di volontarietà, di impegno, ma anche di servizi che esistono ma di cui non si è a conoscenza, di come riconoscere le avvisaglie della malattia ma anche i propri limiti - ha commentato Daniele Calabria, presidente della Commissione biblioteca - E’ un progetto di grande valenza sociale che siamo contenti di ospitare».