Caldo anomalo: preoccupazione per i laghi bresciani
Il Garda che è pieno solo al 23% e l’Iseo al 26%, mentre la disponibilità del lago d'Idro è pari al 12.4%.
A renderlo noto è Coldiretti Brescia basandosi sui dati raccolti da Arpa.
A parlare sono i numeri
Secondo gli ultimi dati Arpa le riserve idriche lombarde registrano un deficit del 53% rispetto alla media, con pesanti ripercussioni sui livelli di fiumi e laghi. Le percentuali di riempimento dei grandi laghi bresciani preoccupano con il Garda che è pieno solo al 23% e l’Iseo al 26%, mentre la disponibilità del lago d'Idro è pari al 12.4%, in un 2022 che si classifica peraltro fino ad ora in Italia come il più caldo mai registrato dal 1800 con una temperatura addirittura superiore di quasi un grado (+0,96 gradi) rispetto alla media storica ma con 1/3 di precipitazioni in meno secondo Isac Cnr nei primi 9 mesi dell’anno.
La situazione in provincia
In provincia di Brescia – precisa Coldiretti Brescia – il caldo record e la mancanza di pioggia minacciano le semine autunnali di frumento, orzo e loietto: senza precipitazioni, infatti, i semi non riescono ad attecchire e il rischio è che le piantine si sviluppino poco e male o che non crescano affatto. Inoltre se l’inverno non dovesse essere sufficientemente freddo, aumenterebbe il numero di insetti svernanti che riescono a sopravvivere e si presenterebbero più numerosi e dannosi in primavera.
Con i terreni secchi e duri gli agricoltori sono costretti a lavorazioni extra per poter procedere con la semina. Il risultato è un aggravio dei costi in una situazione in cui oltre un’azienda agricola lombarda su due (51,6%) si trova costretta a lavorare in una condizione di reddito negativo secondo il Crea. In agricoltura si registrano infatti aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi fino al +129% per il gasolio.
Intensi fenomeni atmosferici
Una conferma del cambiamento climatico in atto con una tendenza alla tropicalizzazione che – continua Coldiretti Brescia – si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne che quest’anno – conclude Coldiretti Brescia – superano già i 6 miliardi di euro dall’inizio dell’anno, pari al 10% della produzione nazionale.