mostra d'arte

Giuseppe Bonassi dipinge «I silenzi della natura»

Le opere dell'artista colognese, sordo fin dall'infanzia, saranno esposte al centro culturale Borsellini fino al 23 ottobre: l'inaugurazione sarà domenica alle 10.30.

Giuseppe Bonassi dipinge «I silenzi della natura»
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di Emma Crescenti

Giuseppe Bonassi non sente, ma si fa sentire. Non tanto con le parole quanto con le emozioni raccontate sulle sue tele a colpi di pennello, che da domani (domenica 9) al 23 ottobre verranno esposte al centro culturale Paolo Borsellino con la mostra «I silenzi della natura».

Giuseppe Bonassi dipinge «I silenzi della natura»

Nato a Cologne nel 1949, Bonassi ha maturato la sua passione per la pittura fra le mura dell’istituto per sordi Ludovico Pavoni di Brescia, che aveva iniziato a frequentare all’età di 6 anni: a 4, a causa del morbillo, aveva perso l'udito. Al primo

quadro su tela, «Il temporale», lo aveva dipinto a soli 15 anni dopo aver trovato in una soffitta una casetta piena di colori a olio: un «incontro fortunato» a cui sono seguite tantissime altre opere (molte delle quali sono finite in collazioni private, altre invece sono affreschi realizzati in cappelle o abitazioni private

Giuseppe Bonassi
Giuseppe Bonassi

bresciane), ma anche premi e riconoscimenti. A «scoprirlo» era stato l’allora parroco di Cologne don Gianni Donni, che ne aveva individuato le capacità e nel 1970 lo aveva fatto esporre in una collettiva nell’oratorio del paese, la prima di diverse mostre fra Brescia e la Lombardia: la sua opera «Vigneti di foschia» si trova nel museo degli Etruschi di Livorno, mentre nel 2004 era comparso anche sul catalogo «Avanguardie Artistiche», una delle molte presenze su riviste di settore a respiro nazionale.

La mostra

Ora Bonassi «torna a casa» con la mostra promossa e organizzata dal Gac (Gruppo artisti colognesi di Cologne), che verrà inaugurata domenica 9 ottobre, alle 10.30. «Era dal 2018 che il gruppo progettava di organizzare questa mostra: quando siamo riusciti a convincerlo, è iniziato il periodo della pandemia - ha commentato il presidente del gruppo Raffaello Marco Rossi - Data la quantità e datazione delle opere ho ritenuto di allestirla in forma antologica sin dal suo primo quadro». L’esposizione abbraccia una varia gamma di tematiche e vari generi: nature vive, oggetti, ritratti, paesaggi, borghi e un’incredibile quantità e varietà di boschi e sentieri in particolare del Monte Orfano «da lui molto amato e frequentato per le sue camminate quotidiane durante le quali si immerge per isolarsi dalla frenesia quotidiana e come una macchina fotografica umana, memorizza ogni angolo, particolari, variazioni di luce per poi riportare il tutto sulle tele nel suo stile personale e realistico - ha continuato Rossi - Guardando i suoi boschi e sentieri si viene catturati dalla loro realtà, si ha l’impressione di entrarvi e percorrerli come nella realtà. Con questa antologica si vuole rendere omaggio e portare a conoscenza a chiunque sia appassionato di arte, un’artista schivo, intimista che, anche se impossibilitato di sentire, ascolta il mondo con sensibilità che non abbiamo e parla con la voce delle sue opere».

La mostra rimarrà aperta al pubblico ogni sabato e domenica dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18.

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