Pride 2022: nella Bassa c'è ancora molta strada da fare
Solamente i Comuni di Leno e Verolavecchia hanno dato il consenso
Le bandiere arcobaleno sembrano non essere ben accette nei municipi della Bassa: in vista del Gay Pride che sabato 9 prenderà vita a Brescia, solo tre Amministrazioni della Bassa hanno concesso il patrocinio gratuito alla manifestazione. A distinguersi Leno e Verolavecchia che hanno firmato la richiesta sostenendo l’iniziativa.
Solo due i Comuni che hanno sostenuto l'iniziativa
Nei giorni scorsi la Giunta regionale lombarda non ha concesso il patrocinio per la manifestazione che si svolgerà domani, sabato, a Milano, creando un’onda di polemiche.
Lo stesso patrocinio è stato chiesto anche ai nostri Comuni per la manifestazione di Brescia, ma il riscontro non è stato caloroso.
E’ bene specificare che alcuni Comuni sostengono di non aver nemmeno ricevuto la richiesta, ma a prescindere da questo abbiamo voluto sentire i sindaci riguardo alla motivazione che sta dietro la scelta.
Chi ha detto «si»
Si contano sulle dita di una mano i Comuni che, ad ora, hanno concesso il patrocinio Verolavecchia e Leno.
«Come Amministrazione abbiamo sempre supportato le manifestazioni ideate per il mese dedicato al pride - ha spiegato il sindaco di Verolavecchia Laura Alghisi - E' importante anzi fondamentale ragionare in un'ottica di inclusione, questi temi sono molto sentiti dalla gente, è giusto dare spazio e supporto». Dello stesso avviso il sindaco di Leno Cristina Tedaldi. «Credo che siano importanti le iniziative volte alla creazione di una coscienza contro il bullismo, l'omofobia, le discriminazioni di genere, la violenza sulle donne e in generale per promuovere una parità di diritti e dignità tra uomo e donna - ha detto Tedaldi - riteniamo dunque di dover collaborare alla buona riuscita dell’evento favorendone anche la pubblicizzazione sul nostro territorio».
Chi ha detto «no»
Diverse le motivazioni di chi ha deciso di non supportare la manifestazione.
Ecco il commento del sindaco Riccardo Canini: «Noi non abbiamo aderito ma semplicemente perché ritengo che il tema debba essere affrontato con unità e non dai comuni singolarmente. Facendo un ragionamento sottile si potrebbe pensare che in questo modo si crea discriminazioni nei territori e non è certamente quello che si vuole ottenere».
Più stringato il commento del primo cittadino di Barbariga, Giacomo Uccelli: «Solitamente non diamo patrocinio a manifestazioni di alcun genere che non si facciano a Barbariga e così abbiamo fatto anche stavolta».
Questo invece il pensiero del sindaco Pietro Sturla. «La sessualità è una cosa bella è delicata, che va praticata nell'intimità e nel privato, oltre è pornografia. Da che mondo è mondo esistono eterosessuali e omosessuali, in qualsiasi civiltà o razza, di conseguenza è nella genetica che ci portiamo appresso. Negare questo è negare la persona umana. In comune abbiamo altro da fare che rincorrere le mode del sesso».
Il «no» è arrivato anche da Gottolengo, Flero e Manerbio. «Non abbiamo risposto alla richiesta perché crediamo di non poterci prendere la responsabilità di rappresentare ogni cittadino visto che all’interno del paese ci sono sensibilità diverse» ha detto il vicesindaco Giandomenico Preti. Dello stesso avviso Stefano Dotti, sindaco di Verolanuova che liquidato la questione con un «No assolutamente».