Gran debutto per "La selenauta Eva e i colori della luna" di Valentina Pitozzi
La raccolta della collaboratrice di ChiariWeek è stata presentata alla più importante manifestazione italiana per gli scrittori.
di Stefania Vezzoli
Presentare il proprio lavoro al Salone internazionale del libro di Torino, ossia la più importante manifestazione italiana nel campo dell’editoria, non è cosa da tutti. Ci è riuscita la «nostra» (visto che da tempo scrive per il settimanale Chiari Week) Valentina Pitozzi, classe 1990 di Ospitaletto: l’illustre rassegna andata in scena lo scorso weekend ha infatti segnato il gran debutto per la raccolta di racconti "La selenauta Eva e i colori della luna", pubblicato da Bertoni Editore.
Gran debutto per "La selenauta Eva e i colori della luna" di Valentina Pitozzi
Laureata in Comunicazione all’Università Iulm con specializzazione in Antropologia alla Bicocca di Milano e un master in Consulenza pedagogica, da sempre Valentina coltiva un forte interesse verso il mondo del simbolismo magico e dei suoi affascinanti significati nascosti. Una passione che sta alla base del suo libro.
Come è nata l’idea di questo libro?
L’idea è nata dentro durante la gravidanza (Valentina è mamma di una bambina di cinque anni, che si chiama Eva ndr). Mi sono chiesta: “Chissà come si addormentano i bambini dei vari Paesi del mondo?”. Ho iniziato a contattare degli amici che vivono all’estero, in cerca di storie tradizionali, alternative a quelle più celebri dei fratelli Grimm, Andersen ecc. Ho raccolto e selezionato una storia per ogni continente; l’America ne ha due perché una è degli Stati Uniti e l’altra del Sud America. Si tratta di racconti tramandati per lo più oralmente, che non sono riportati in forma scritta oppure lo sono soltanto in lingua originale.
Quanto tempo ci è voluto per raccogliere le storie?
Ci sono voluti due anni di lavoro. Il grosso del tempo l’ho impiegato nella ricerca, anche perché molte storie le ho scartate ad esempio perché troppo macabre. L’intento di fondo era quello di evidenziare il filo che collega ogni storia. Perché, come riportato nella quarta di copertina, “le distanze che ci separano a volte sono solo un’illusione”. Ci sono miti che ritornano, rimandi appartenenti a epoche diverse. E’ importante sentire che siamo interconnessi, soprattutto dopo l’isolamento subito in questi due anni.
Il libro è illustrato da Andrea Folli, anche lui bresciano. Come hai instaurato questa collaborazione?
Eravamo colleghi in un’agenzia di comunicazione nel 2018, anche se abbiamo lavorato insieme soltanto un mese, visto che io ero appena arrivata e lui se ne stava andando. Mi piace tantissimo come illustra e quando ho iniziato a lavorare su questo progetto ho pensato subito a lui. C’è stata fin dall’inizio sintonia tra di noi.
Come è strutturato il volume?
Ogni storia è supportata da un’introduzione storico culturale; dopo la parte narrativa, c’è la spiegazione dei simboli. Quindi il libro si presta a diversi di lettura, a seconda dell’età.
Il debutto ufficiale è stato a Torino ma il libro in realtà sta già girando...
Sì, sta andando molto bene nelle scuole. Stiamo portando avanti con il Vomere di Travagliato un laboratorio di narrativa. Ogni settimana leggiamo una storia stimolando la riflessione su vari argomenti: la trasformazione, il cambiamento, la morte (i ragazzi durante questi due anni hanno subito dei lutti e non hanno avuto gli strumenti per elaborarli). E’ scaturita una sinergia con le operatrici Anna Gottardi e con Monica Zuloeta per la parte psicomotoria. Il 2 giugno alle 18 proprio al Vomere presenterò il libro nell’ambito della loro tradizionale festa.
Come è andata a Torino?
E’ stata un’emozione e un grande onore. Trovarsi in un contesto come quello ti apre la mente. Mi sono sentita grata per questa opportunità, sabato c’è stato il firmacopie ed è stato bello misurarsi con un contesto diverso dal proprio. Ringrazio la casa editrice che ha creduto nel progetto (il libro, finito nella primavera 2021, è stato stampato nel febbraio 2022 ndr).
La selenauta Eva è la tua bimba?
Il libro è dedicato a lei che è stata la mia ispirazione, ma è rivolto a tutti i bambini e anche agli adulti che credono ancora nella magia.