Reti d’impresa la Lombardia traccia la rotta per il dopo-crisi
Si chiamano reti d'impresa e sono uno degli strumenti più brillanti per affrontare il mercato del post-crisi. La Lombardia insegna.
Reti d’impresa: sono uno degli strumenti più brillanti per affrontare il mercato all’indomani della crisi economica. La Lombardia traccia la rotta, all’insegna dell’innovazione. Oggi a Milano un incontro per fare il punto.
Reti d’impresa in Lombardia
Sono oltre tremila le imprese lombarde coinvolte in un contratto di rete: quasi 500 in più rispetto all’anno precedente, con una crescita del +19,7%. Lo rivela un’analisi della Camera di commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi su dati Unioncamere Lombardia e Infocamere, con dati a settembre 2017.
Se ne parlerà anche oggi pomeriggio, durante un incontro informativo a Milano (Camera di Commercio di via Meravigli, alle 14.30 in sala formazione). Ma di cosa si tratta? Le aziende “in rete” sono imprese che stipulano tra di loro un contratto teso a mettere in comune attività e risorse umane, così da migliorare il funzionamento aziendale e rafforzare la competitività dei singoli componenti. Così si troveranno ad esempio reti d’impresa edili, costituite da un architetto, un’impresa edile, un falegname, un elettricista, un impiantista, un piastrellista… Imprese diverse ma coordinate lungo la filiera, che si pongono sul mercato come un’unità complessa.
Traina il capoluogo
Bergamo è al terzo posto della classifica regionale. In numeri assoluti le imprese “in rete” della Lombardia pesano il 15% del totale italiano, che è di 20.159. Un terzo di queste si trovano a Milano, in crescita del 16,4%. Dopo Milano spicca Brescia (462 imprese sono “nodi” di reti d’impresa), Bergamo (344), Lecco (250) e Monza e Brianza (169). Rispetto a maggio 2016, anche la crescita dei contratti è stata impressionante: sono 906 a inizio settembre, +22%. Di questi, 518 riguardano il territorio di Milano, 190 a Brescia, 162 a Bergamo, 110 a Monza e Brianza.
I settori coinvolti
Il grosso delle reti lombarde si concentra nel manifatturiero (28%). Seguono attività professionali e scientifiche (15%), costruzioni (11%) commercio (9%) e agricoltura (7%). Alcuni esempi? Ci sono aziende impegnate nella gestione forestale, produzione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti primari e secondari del bosco e del sottobosco. Ma anche farmacie che puntano sulla distribuzione all’ingrosso nazionale e internazionale.
L’avanguardia: moduli abitativi e riciclo del siero di latte
Interessanti i progetti più sperimentali: imprese che che vogliono penetrare i mercati asiatico e statunitense nel settore automotive ed aerospaziale, imprese impiegate nell’efficienza energetica, ma anche attività edili di peso. Come quelle che stanno realizzando, un po’ ovunque, prototipi di moduli abitativi prefabbricati in legno a basso costo. Anche l’agricoltura è presente. Ci sono imprese che si occupano di caffè equo solidale o quelle che immaginano uno spin-off della filiera del latte: puntano a utilizzare in modo più economicamente vantaggioso il siero derivante dalle lavorazioni di grana e provolone.