Guerra in Ucraina, il bresciano De Zerbi e la scelta di non abbandonare la squadra ora a Kiev

La guerra che vediamo così lontana è in realtà più vicina di quanto possiamo immaginare. E lo capiamo quando ascoltiamo le testimonianze degli italiani che si trovano in questo momento in Ucraina.

La forza di un gruppo

Tra loro il tecnico bresciano dello Schakhtar Donetsk (lo staff tecnico della squadra di proprietà di uno degli uomini più ricchi dell'Ucraina, conta al suo interno undici italiani) Roberto De Zerbi (già allenatore del Sassuolo). Dopo essere rientrati dalla Turchia, ora si trovano in uno dei più grandi alberghi di Kiev. Ieri (giovedì 24 febbraio) De Zerbi aveva dichiarato

Stamattina siamo stati svegliati dalle bombe. L'Ambasciata italiana ci aveva sollecitato ad andare via ma non potevo, io uomo di sport. Girare le spalle al Club e ai tifosi che ci seguomo. Non vogliamo fare gli eroi perché gli eroi non esistono, ma il nostro lavoro ci mette di fronte a delle responsabilità. Io sabato dovevo giocare una partita (la Federcalcio Ucraina ha sospeso il campionato dopo i bombardamenti avvenuti nella notte ndr) e quindi, non potevo scappare via. Confidiamo che l'Ambasciata e il Governo ci aiutino a tornare.

Ha poi aggiunto

Siamo un gruppo con brasiliani, ucraini e noi italiani: non è una gara a chi si mette in salvo per primo, non intendo tornare nel mio paese prima dei miei giocatori.

Posizione ribadita anche ieri al Tg1

Stiamo bene - ha dichiarato -  stiamo aspettando di avere notizie e delucidazioni dall'Ambasciata Italiana. Noi avevamo solo il pensiero di responsabilità verso i nostri giocatori.

E questa mattina (venerdì 25 febbraio) a Radio Deejay

In questi momenti non sai a cosa aggrapparti. Io mi aggrappo ai valori che mi ha insegnato mio padre.

Grande forza

La squadra ha postato su Instagram una foto della bandiera ucraina con la scritta Resisteremo

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