In memoria di Giulio Regeni, installata una panchina gialla nell'ambito del progetto "Legalità"
Vuole essere un messaggio di speranza per le nuove generazioni, anche una richiesta di verità e giustizia sulla vicenda che ha riguardato il giovane ricercatore italiano.
Nell'ambito del progetto “Legalità” dell’IIS Falcone di Palazzolo sull'Oglio curato dalla professoressa Luciana Dotti, si è tenuta una cerimonia evento nel giardino dell' istituto per ricordare la drammatica vicenda del sequestro e della morte di Giulio Regeni, per il quale non è stata ancora raggiunta la doverosa verità.
La cerimonia
Durante la manifestazione, coordinata dai docenti del progetto, è stata installata una panchina gialla, simbolica della piena adesione alla lotta per la difesa dei diritti umani e della stretta collaborazione con Amnesty International, che ha partecipato con due rappresentanti attivi: Chiara Gullotta ed Emilia Astore. La panchina rappresenta un modo per chiedere giustizia e verità su quanto è accaduto in Egitto nel 2016. Ad intervenire è stata la professoressa Liana Mazzotta (che ha intrattenuto i presenti cantando due celebri pezzi) alla presenza degli alunni delle classi 3D e3 R, del dirigente scolastico prof Fabio Spagnoletti, della vicepreside prof.ssa Simonetta Pasquali, del collaboratore di presidenza prof Angelo Calabrò, della Dsga dott.ssa Chiara Agosti e dell’Amministrazione comunale. Presente alla mattinata infatti il sindaco Gabriele Zanni. Oltre all'inaugurazione della panchina da parte del preside e dei due rappresentanti d'Istituto, sono intervenute anche le studentesse che hanno letto alcune pagine del libro Giulio fa cose scritto dai genitori di Regeni. Un momento molto commovente oltre che riflessivo, erano infatti presenti anche due rappresentanti di Amnesty International che seguono da vicino la vicenda Regeni. Si è parlato di quanto è successo, del processo che purtroppo, per varie questioni, non sta proseguendo. É stata inoltre evidenziata l'importanza dell'attività svolta da Giulio e l'importanza di questa panchina che vuole essere un messaggio di speranza per le nuove generazioni, anche una richiesta di verità e giustizia sulla vicenda che ha riguardato il giovane ricercatore italiano.
L'articolo completo nel numero di ChiariWeek in edicola da venerdì 28 gennaio.