Sesso con una 12enne, la Cassazione conferma la condanna a tre anni
Il ragazzo all'epoca dei fatti ne aveva 22.
Ebbe rapporti sessuali con una ragazzina di soli 12 anni quando lui ne aveva 22: la Cassazione ha confermato la conferma a 3 anni di reclusione per un paraticense classe 1992. Ed essendo un reato ostativo per lui si sono aperte le porte del carcere.
L'iter processuale
RSB , originario di Paratico , ha sempre sostenuto di non sapere l'età di quella ragazza conosciuta al parco, che per un periodo aveva frequentato, e davanti al Collegio presieduto dal presidente della Prima sezione penale di Brescia, Roberto Spanò , aveva sempre ribadito di non aver avuto alcun rapporto sessuale con quella ragazzina, che all'epoca dei fatti aveva soltanto 12 anni. «Solo baci e nient'altro», ma questo non gli aveva evitato la condanna a 1 anno e 8 mesi di reclusione. L'avvocato difensore, Francesca Staurenghi , che in primo grado aveva chiesto per il suo assistito l'assoluzione per non aver commesso il fatto, aveva presentato ricorso in Appello. Ma i giudici di secondo grado, a febbraio di quest'anno, avevano accolto l'appello della Procura generale e della parte civile (la famiglia della vittima è sempre stata difesa dall'avvocato di Paratico , nonché assessore comunale, Vittorio Tria ) e avevano riformato la sentenza in «pejus» (peggiore) nei confronti del condannato. Sentenza a 3 anni di reclusione che è stata da poco confermata dalla Cassazione .
La vicenda
La storia risale al 2014, quando il ragazzo aveva avuto una storia con la 12enne. Per il ragazzo non c'è mai stato sesso, «solo dei baci, ma perché ero convinto che fosse molto più grande». Sta di fatto che a segnalare l'accaduto alla madre della ragazzina (poco più che una bambina) era stata la fidanzata di quel periodo (si erano lasciati e poi rimessi insieme) del paraticense. Inizialmente le accuse nei confronti del ragazzo erano di violenza sessuale su minore. La 12enne, probabilmente per timore delle conseguenze, aveva detto di essere stata costretta. Tuttavia, durante le indagini, era emerso che la parte offesa fosse consenziente. Per questo il capo di imputazione era stato modificato in atti sessuali con minore. Per l'avvocato di parte civile, Vittorio Tria, il ragazzo avrebbe esercitato in qualche modo la sua influenza sulla ragazzina per fare sesso: «Testimoni lo hanno visto andare in camera da letto con lei. Erano da soli e lui era nella fase del picco ormonale».
Queste le parole del legale della vittima, pronunciate in aula durante il processo di primo grado.