Non Una di Meno

Femminicidio, un presidio per dire "basta" questa sera a Brescia

L'appuntamento è per le 18.30 in piazzetta Bell'Italia.

Femminicidio, un presidio per dire "basta" questa sera a Brescia
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Dopo i casi di femminicidio accorsi negli ultimi giorni, il movimento Non Una di Meno Brescia ha organizzato per questa sera (venerdì 22 ottobre) alle 18.30 in piazzetta Bell'Italia.

Un chiaro messaggio

Fermiamo la strage delle donne, combattiamo il patriarcato femminicida sotto ogni cielo.

Due vite spezzate

 

Elena Casanova 49 anni è stata uccisa a Castegnato, in strada a martellate, dall’ex compagno Ezio Galesi , che aveva lasciato da un anno. L’uomo ha atteso che Elena tornasse a casa e l'ha uccisa. Si è consegnato ai carabinieri, dopo aver acceso una sigaretta e aver detto in dialetto “l’ho’ copada. Ghere di’t che el fàe e l’ho fat”, a testimonianza della feroce premeditazione. Elena lascia una figlia di 17 anni.

Lucrezia Di Prima 37 anni  uccisa a San Giovanni La Punta, nel catanese. Il suo corpo è stato ritrovato il giorno seguente, quando il fratello Giovanni ha confessato di averla uccisa a seguito di un litigio.

Cosa sta accadendo?

Ancora donne brutalmente uccise da partner, ex-mariti, figli, fratelli, vicini di casa - commentano da Non Una di Meno - Ridiamo volto e identità ad ogni donna cancellata con violenza dall’esistenza, strappata ai suoi affetti, ai suoi progetti, alle sue speranze da un maschio violento a lei vicino e diamo voce al dolore di chi resta e le amava. Al di là della diversa età delle vittime e della loro collocazione geografica il dato comune è la violenza di possesso, la prepotenza dei gesti, la brutalità dei loro assassini. Tutte avevano detto no a una relazione finita, a un matrimonio da sciogliere, a una brama sessuale non corrisposta o avevano affermato il loro pensiero in un litigio. Non accettiamo, e mai lo faremo, la spiegazione neuro-biologica del "gene guerriero", che vorrebbe ridurre le responsabilità individuali e sociali dei femminicida, in nome di un determinismo biologico. Gli uomini che si sono macchiati del sangue di queste donne sono patriarchi. Giustiziano le donne perché perdono il potere di controllarle, si infuriano perché non possono piegarle alla loro volontà, non sono capaci di accettare la fine di una relazione, lasciando anche figlie e figli senza madre. Non un attimo di respiro nella lotta alla società patriarcale e capitalista che è il brodo di cultura di questi femminicidi. Ci vogliamo vive e libere.

I dati dell'Istat

Le donne vittime di omicidio volontario nell’anno 2019 in Italia sono state 111, lo 0,36 per 100.000 donne. Nel 2018 erano state 133. Per l’anno 2020 è disponibile da parte della Direzione Centrale della Polizia Criminale il numero delle vittime registrato fino al mese di luglio. Considerando l’intera popolazione, il numero degli omicidi volontari evidenzia un calo generale rispetto all’analogo periodo del 2019, quando si sono registrati 161 omicidi, a fronte dei 131 del 2020. Il numero delle vittime di sesso femminile tuttavia aumenta passando da 56 a 59, effetto soprattutto dovuto all’aumento degli omicidi delle donne del mese di gennaio 2020.

Femminicidio
Vittime di omicidio secondo la relazione con l'omicida per genere. Anni 2004,2009,2014,2019.

Chi sono le donne uccise?

Delle 111 donne uccise nel 2019, l’88,3% è stata uccisa da una persona conosciuta. In particolare il 49,5% dei casi dal partner attuale, corrispondente a 55 donne, l’11,7%, dal partner precedente, pari a 13 donne, nel 22,5% dei casi (25 donne) da un familiare (inclusi i figli e i genitori) e nel 4,5% dei casi da un’altra persona che conosceva (amici, colleghi, ecc.) (5 donne). Per oltre la metà dei casi le donne sono state uccise dal partner attuale o dal precedente e in misura maggiore rispetto agli anni precedenti: il 61,3% delle donne uccise nel 2019, il 54,9% nel 2018 e il 54,7% nel 2014.

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