Bracconaggio fuori controllo, dieci denunce in una mattina
Solo nell'ultima settimana sono stati venti i cacciatori denunciati in Lombardia.
Domenica 17 ottobre le Guardie venatorie WWF Lombardia impegnate nella consueta attività di controllo hanno assistito nella bassa pianura bresciana ad uno spettacolo indecente: decine di cacciatori che con mezzi vietati abbattevano qualsiasi cosa volasse.
Una situazione fuori controllo
Nei Comuni di Gambara e Gottolengo nell’arco di due ore sono stati denunciati 9 cacciatori ed un uomo addirittura privo di licenza di caccia (denunciato quindi per porto abusivo d’arma) . Nel frattempo decine di telefonate giungevano al telefono antibracconaggio segnalando mattanze in tutta la provincia. Quanto accaduto dimostra ancora una volta che il bracconaggio in Lombardia è fuori controllo.
Abbattuta fauna protetta
Nell’ultima settimana sono 20 i cacciatori denunciati in Lombardia dalle Guardie WWF: 13 cacciatori denunciati in Provincia di Brescia , 3 cacciatori in provincia di Pavia (tutti provenienti dalla provincia di Brescia) e due in provincia di Milano. Il dato preoccupante è che il 100% dei cacciatori controllati negli ultimi giorni aveva abbattuto fauna protetta e quasi sempre utilizzava richiami acustici vietati. Le sanzioni previste dalla Legge 157 del 1992 , seppur prevedano in questi casi una denuncia, evidentemente non incutono più alcun timore e una certa politica che strizza l’occhio a quella parte del mondo venatorio allergico alle regole non aiuta certo a contenere i comportamenti illegali.
Anche negli ultimi mesi abbiamo assistito allo spettacolo di politici lombardi che hanno impegnato per intere giornate le Commissioni e gli organi regionali per approvare norme che abbassano il livello di tutela della fauna selvatica - fanno sapere dal Coordinamento Nazionale Guardie Giurate WWF Lombardia - Addirittura è stata approvata una modifica alla Legge Regionale per impedire il controllo degli anellini sui richiami vivi o almeno così era stata spacciata. Incredibile ma vero è stata poi la stessa Regione, smentendo di fatto pochi giorni dopo l’approvazione quanto propagandato dai proponenti, a dichiarare al Consiglio dei Ministri che: “Pertanto, ai fini delle attività di vigilanza e controllo, la verifica circa la “presenza” di tali anellini non può essere intesa come mera attività di osservazione finalizzata ad accertare che il tarso del richiamo vivo sia munito di un generico anello. Al contrario, riferendosi agli anellini “inamovibili”, deve ritenersi che la verifica della loro presenza contempli anche la necessità di svolgere tutte le attività, anche manuali, necessarie ad accertare non solo che l’anellino sia “presente”, ma che sia anche effettivamente “inamovibile”. In altri termini, ai fini del rispetto della disposizione così come modificata, l’operatore – che ha l’obbligo di verificare la presenza di un anellino inamovibile – non potrebbe attestare di aver adempiuto al proprio compito a seguito della mera osservazione del tarso del richiamo vivo, dovendo verificare, oltre alla presenza, anche l’inamovibilità del mezzo di riconoscimento rappresentato dall’anellino, potendo a tal fine svolgere tutte le attività necessarie, compresa la manipolazione del volatile. Viene da sé che poi i cacciatori oltranzisti chiedano di interrompere i controlli effettuati dalle Forze dell’Ordine, millantando, come ogni anno, abusi e piagnucolando per legittimi sequestri e denunce.
La raccomandazione
Si invitano i cittadini a segnalare eventuali animali selvatici in difficoltà e casi di caccia illegale al numero antibracconaggio 328 7308288, o tramite la pagina Facebook www.facebook.com/guardiewwflombardia.