Testimoni di speranza in oratorio

Lunedì sera l’oratorio ha ospitato un incontro voluto da Avis e Aido sulla tematica della donazione.

Testimoni di speranza in oratorio
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"I vostri etilometri non fermeranno la nostra sete", recita un enorme murale. Ad Halloween sono stati cinquanta i ragazzi bresciani portati in ospedale in coma etilico a testimonianza di una piaga sempre più preoccupante. E che merita di essere affrontata. Come ha fatto il medico referente dell’elisoccorso di Brescia Giovanna Perone nell'incontro di Avis-Aido di lunedì sera, in oratorio. Una lezione sulla guida sicura e una raccolta di testimoni che hanno subito un trapianto d’organo. La serata ha lasciato solo da pensare.

Testimoni di speranza in oratorio. Ermanno

"Un amico che è andato nell'altro mondo ripeteva sempre che quando sarebbe morto avrebbe incontrato il suo donatore dicendogli 'Io e te abbiamo fatto grandi cose insieme' ". È bello iniziare dalle ultime parole di Ermanno Manenti, manerbiese trapiantato di fegato nel 2007 a Pisa, che è entrato in oratorio con una bicicletta da corsa, la sua grande passione che l’ha condotto a conquistare l’oro per tre volte nei campionati mondiali di ciclismo in Australia nel 2009, in Argentina nel 2015 e pochi mesi fa a Malaga.

Sara

La prima testimone è stata Sara Capuzzi, una normale ragazza universitaria che ha affrontato tempi difficili. "Mi sono ammalata a 14 anni - ha detto - Mi sono persa l’adolescenza ma adesso ho 24 anni e posso iniziare a vivere. Ho fatto il secondo intervento a marzo di quest’anno. Stavo tutto il giorno attaccata a una macchina per la dialisi, a 14 anni prendevo la mia situazione passivamente. Oggi mi chiedo perché i mali accadono quando non te li cerchi".

Andrea

Andrea Scotuzzi ha 25 anni ed è stato il secondo testimone della serata. A dicembre del 2010, dopo un concerto di Ligabue, un’influenza l’ha messo a letto. Dopo alcuni mesi di malattia, un'ecografia all'addome ha mostrato il suo cuore: così grande da comprimere lo stomaco. Nel 2011 l’allora 18enne è stato ricoverato a Brescia, poi le condizioni si sono aggravate ed è stato trasferito a Padova per un trapianto cardiaco. Ora è un giovane felice, anche lui iscritto all’università. Il suo era un caso di emergenza nazionale, il più grave in Italia. Il 10 febbraio 2011 è arrivato il cuore. "Non vivevo più, ero rinchiuso in una camera, costretto a letto - ha sottolineato Andrea - L'intervento è andato bene, dopo una settimana avevo ricominciato a camminare. Tre mesi dopo giocavo a pallavolo in oratorio. Mi sento di dover vivere per il mio donatore, forse coetaneo. Gli amici e il sacerdote di Borgosatollo sono stati la mia forza. Il 10 febbraio di ogni anno un messaggio degli amici mi ricorda il difficile periodo trascorso, ora sono un mappamondo di cicatrici che per me sono solo un vanto".

Ospite dell’incontro anche la professoressa Rosaria Prandini, presidente dell’Aido provinciale, che ha letto il pensiero di un bambino trapiantato. "La vita è una sola e non va sprecata. Basta poco per perderla ma basta poco per salvare una persona".

La dottoressa Perone ha mostrato le immagini di incidenti mortali e ha parlato degli effetti di alcol e stupefacenti. I muri e le ringhiere che dividono la strada dal reparto di rianimazione del Civile di Brescia sono cosparsi di scritte: "Abbiamo bisogno di te, non mollare, il sole ti aspetta", spazi rovinati dai pensieri dedicati a giovani che hanno rovinato la loro vita con sostanze proibite o assunte oltre i limiti.

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