L' Inferno di Dante in dialetto

Il testo è opera del Pontevichese Antonio Bianchi che ha tradotto tutti e 34 i canti

L' Inferno di Dante in dialetto
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La traduzione dell’Inferno di Dante in dialetto bresciano

É il caso che regola il mondo. Lo diceva Blaise Pascal e lo scrive Antonio Bianchi nella prefazione della sua opera titanica: la traduzione dell’Inferno di Dante in dialetto bresciano.
"Sto facendo un lavoro che mi entusiasma da una vita" ha raccontato seduto sul divano della sua casa in via Breda a Pontevico. L’inizio e la fine della famosa opera del grande Dante Alighieri sono un po’ la metafora della sua vita e di tutti quelli che cercano un senso alla loro esistenza. "Avevo letto Dante a scuola e non mi era piaciuto – ha continuato - Ma quando poi l’ho riletto ne sono rimasto sbalordito. Ho cercato i significati e le allegorie che l’autore ha inserito. Per me è il più grande scrittore mai esistito. Non l’ho tradito, ne ho fatto semplicemente una traduzione. Me lo sono posto come imperativo morale e categorico".

La scelta del dialetto

Ma perché proprio in dialetto bresciano? Nella prefazione al suo libro lo spiega: l’italiano è nato nel ‘300 grazie a personaggi come Dante Alighieri, Petrarca e Boccaccio. Ma se Dante avesse scritto la Divina Commedia in dialetto bresciano e non fiorentino, l’italiano sarebbe nato proprio da lì. "È un peccato che oggi i giovani non parlino il dialetto - ha proseguito - Emarginandolo si perde un bagaglio di cultura che viene dai nostri nonni, bisnonni e via dicendo. Soprattutto ora che il nostro linguaggio è impoverito e bistrattato da Whatsapp e gli altri social. Il dialetto ha una vivacità e una ricchezza di termini che a volte supera la lingua italiana".

Un anno di lavoro

E ci è riuscito dopo un anno di duro lavoro ma allo stesso tempo ricco di soddisfazioni. "Tra i miei obiettivi, oltre a far capire l’importanza del dialetto, c’è quello di far conoscere l’opera a tutti quelli che nella vita non hanno avuto la possibilità di studiarla in un linguaggio comprensibile ai più". I 34 canti sono pronti e sono già stati messi in scena in occasione della festa della Madonna della Neve a Gambara, riscontrando il favore del pubblico. "Ora sto cercando delle illustrazioni di Gustave Doré e di altri miniaturisti da inserire all’interno del libro che spero venga pubblicato prima o poi – ha concluso – Il Purgatorio e il Paradiso sono già in lista d’attesa per il futuro".

 

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