E' tempo di pensione per l'Alfiere, prima Trani e bar Paola
E' la fine di un'era. Nella scorsa settimana non è mancata la visita dei rappresentanti dell'associazione Commercianti che hanno portato un regalo.
Un pensiero per ringraziarli di quanto fatto in questi anni, ma anche per augurargli un meritato riposo. Nella serata di martedì, una delegazione dell’associazione Commercianti, arti e botteghe (tra cui il presidente Roberto Manenti e la segretaria Maria Parietti) e il vicesindaco Alessandro Pozzi, si sono recati al ristorante pizzeria Alfiere per salutare Bruna Pagani e Giacomo Festa, proprietari dello storico locale di via Solferino, a Pontoglio.
E' tempo di pensione per l'Alfiere, prima Trani e bar Paola
Diversi sono stati i nomi che hanno caratterizzato l’attività, tra questi «Trani» e «Bar Paola» che, praticamente sono rimasti impressi nella storia. Infatti, nel 2007, Regione Lombardia ha anche conferito il titolo di bottega storica al «Bar Paola Trani». Tornando, indietro nel tempo, l’osteria del Trani era un edificio sulle seconde mura del borgo e l’accesso lo aveva dalla contrada del Carrobbio (vicolo Chiuso, via Cavour), con un passo carraio sulla roggia Castrina (via Solferino). Oltre la metà dell’Ottocento, dei pugliesi di Trani arrivarono da questi parti per vendere il vino, un prodotto rinomato per la sua qualità e generosità. Ben presto il vino conquistò una buona parte di mercato e loro presero residenza a Pontoglio dove, appunto, aprirono la trattoria Trani. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, la famiglia cedette l’attività ai Festa e la signora Paola (mamma di Giacomo) si mostrò fin da subito all’altezza nel condurre l’attività. Il Trani diventò così «Bar Paola». Tranne che in occasione di una piccola pausa di qualche anno (dove i locali erano stati dati in affitto), fin dagli anni ‘60 la famiglia Festa non ha più lasciato l’attività. Ci ha messo anima e cuore.
«Quando ho sposato mio marito, cuoco che ha lavorato anche all’Estero e con una grande passione, ho capito che avrei dovuto abbracciare anche la sua professione e così è stato - ha spiegato Bruna - Sono qui da più di 40 anni, feste comprese. Di certo è stata una vita di sacrifici, ma ci ha dato anche tante soddisfazioni. Ora che i nostri figli hanno intrapreso strade diverse, abbiamo pensato di goderci la pensione e i nipotini. Dobbiamo però dire un grandissimo grazie ai pontogliesi che, in questi anni, ci hanno sempre sostenuto».
L’attività del Festa, in paese, è infatti una istituzione: le serate pizza, ma anche i banchetti e i ritrovi verranno a mancare tantissimo ora che il ristorante pizzeria ha chiuso. Anche durante il periodo di Covid, non hanno fatto mancare il servizio d’asporto ai pontogliesi.
«Abbiamo consegnato una pergamena di saluto ed un mazzo di fiori a nome di tutti gli associati del nostro gruppo - ha spiegato Manenti - Dal Bar Paola e dalla pizzeria sono passate intere generazioni e personaggi famosi come Felice Gimondi, Eddy Merckx e Antonio Cabrini, solo per citarne alcuni. Sono venuti tutti a mangiare casoncelli e le specialità locali o la pizza. Da pontogliesi doc, non vogliamo nemmeno dimenticare la mitica Paola, la mamma di Giacomo che ha dato il via a tutto. Quanti anni sono passati, quante cose sono cambiate, ma ora è giunto il momento della meritata pensione. Auguri Bruna e Giacomo. Speriamo che voi possiate godere di questi momenti con la stessa gioia e serenità che hanno profuso in tutti questi anni di lavoro».
Sulla pergamena, invece, è stato scritto: «Arti e Botteghe in Pontoglio ringrazia Giacomo Festa e Bruna Pagani per l’impegno, la dedizione e la passione profusa nell’esercitare la professione. Vi ringraziamo augurandovi il meglio per la vostra meritatissima pensione. Grazie da tutta la comunità pontogliese».
Per il Comune è intervenuto il vicesindaco: «Voglio esprimere un sentito ringraziamento alla famiglia Festa che in questi lunghi anni di attività è riuscita a svolgere il suo lavoro con passione e amore verso i propri clienti - ha commentato Pozzi - Saranno stati anni facili, i momenti difficili in questi ultimi anni particolarmente, si sono presentati per ogni attività commerciale ed è stato difficile per chiunque resistere e non gettare la spugna. Ora è arrivato il momento di godersi finalmente la pensione, di non dover caricare la sveglia o di pensare agli ordini dei fornitori, un traguardo più che sudato. Se da una parte mi rammarico del fatto che un’attività del centro storico abbassa la serranda per sempre, dall’altra sono felice per loro, perché dopo una vita di sacrifici, questo è ciò che si sono meritati. Gli auguro di godersi a pieno questo nuovo inizio».