Depuratore del Garda: lettera aperta del sindaco Togni al Prefetto, ai parlamentari bresciani e ad enti di riferimento
"Esprimo la mia contrarietà alla decisione comunicata in data odierna"
Dopo il comunicato del Prefetto Attilio Visconti che in qualità di Commissario per il depuratore del Garda evidenzia la sua scelta per la soluzione Gavardo-Montichiari, vengono rese pubbliche le prime reazione dei soggetti interessati.
Il sindaco Marco Togni al Prefetto: "Stupito del suo comunicato odierno"
"Ringraziandola per l’incontro tenutosi in Prefettura il 30 giugno e stupito del suo comunicato odierno mi pregio di sottoporre ora alla sua attenzione alcuni aspetti, sperando in un suo ripensamento". Comincia così la lettera aperta che il sindaco di Montichiari Marco Togni ha inviato al Prefetto di Brescia Attilio Visconti, ai parlamentari bresciani e agli enti interessati. E prosegue: "Il Decreto Legge ove viene nominato Commissario Straordinario per la sponda Bresciana del Lago di Garda ad oggi non è ancora stato tramutato in legge. Il tempo massimo dato al parlamento per farlo è di 60 giorni. Se dovesse decadere, tutto ciò che si è compiuto in forza di esso è come se fosse stato compiuto senza una base legale e tutti gli effetti prodotti vanno
eliminati perché costituiscono, una volta persa la base legale, degli illeciti. Il Decreto Legge citato inoltre non fissa alcuna scadenza perentoria e per tanto, a nome della comunità che rappresento
(26.000 abitanti), chiedo quindi che nessuna decisione sia presa anzitempo o, per lo meno, prima che il Decreto non sia tramutato in legge".
Progetti depositati
"Lei stesso - scrive ancora il sindaco Togni rivolgendosi al Prefetto - nell’incontro del 30 giugno e nella conseguente nota stampa emessa dalla Prefettura, asserisce che al momento esistono sono due progetti, quelli che Acque Bresciane le avrebbe consegnato. Come già ho avuto modo di ribadirle personalmente, trovo il comportamento di Acque Bresciane inaccettabile. Acque
Bresciane infatti non ha prodotto alcun progetto! Lo scenario Gavardo-Montichiari-Peschiera è stato presentato e pubblicato ufficialmente sul portale dell’ATO nell’agosto del 2019 con il nome di “Studio di fattibilità tecnico economica” e per tanto definirlo “Progetto” è fuori luogo. Ancor di più lo scenario “Lonato-Peschiera” reso pubblico questa volta sul portale di Acque Bresciane e nemmeno su quello di ATO nell’aprile 2021, è letteralmente definito dagli stessi estensori “VALUTAZIONE NUOVI SCENARI LOCALIZZATIVI”. Anche in questo caso nulla che si avvicini ad un progetto ma una nuova e grossolana valutazione alternativa semplicemente da aggiungere altre già presenti che le elenco: Scenario 1 (Peschiera), Scenario 2 (Peschiera + Montichiari), Scenario 3 (Peschiera + Visano), Scenario 4 (Peschiera + Gavardo + Montichiari). Come può vedere, nella confusione che regna sovrana, Acque Bresciane si è permessa di fornirle ciò che voleva evitando di fornirle un quadro completo. Poco importa se poi nello studio di fattibilità dello scenario Gavardo-Montichiari-Peschiera vi è riportata la relazione dell’Università di Brescia dove confronta gli scenari 1, 2, 3, 4 senza riportare evidenza alcuna dei tracciati, delle portate
etc.
Stato della sublacuale
"Mi chiedo in maniera retorica - prosegue nella lettera aperta il sindaco Togni - per quale motivo nel verbale dell’assemblea che comuni di ATO del 2016, sede della del Piano d’Ambito 2016-2045, ATO rispose che seppur la depurazione del Garda era stata inserita nel piano, non risultava essere una priorità e quindi non vi era nemmeno la necessità di una programmazione. Tengo a precisare che le indagini sulla sublaquale andavano avanti già da anni e mai avevano destato preoccupazione. Incredibilmente, nel dicembre del 2017, quindi solo un anno dopo, alla notizia del finanziamento di 100 milioni di euro da parte del Ministero con la firma della convenzione operativa, immediatamente la conduttura sublacuale ha cominciato a destare preoccupazione sulla sua tenuta e di colpo qualcuno ha dichiarato che è arrivata a fine della sua vita utile senza
però avere il coraggio di assumersi la responsabilità tecnica, amministrativa ed eventualmente penale di tali dichiarazioni da stampa giornalistica".
Errori di valutazione
"Le errate valutazioni effettuate dall’Università di Brescia sullo studio che gli è stato commissionato dal Acque Bresciane - sostiene il sindaco Togni nella lettera aperta al Prefetto Visconti - sono state palesate sia da noi sindaci che dai comitati ambientalisti. Le osservazioni già inviate a suo tempo al tavolo tecnico ministeriale che non hanno trovato risposta alcuna, evidenza che le nostre critiche erano e rimangono fondate. Per tale motivo la sua scelta di individuare l’Università di Brescia quale consulente tecnico, come già abbiamo avuto modo di esprimerle, non trova la nostra piena condivisione. Tutte le motivazioni e le preoccupazioni che abbiamo espresso in questi 3 anni di battaglia sono invece i cavalli di battaglia che, chi sul fronte opposto, ha voluto continuare a portare avanti per difendere le errate scelte e il lavoro svolto ed ora, invece che porre nuove condizioni per un più sereno clima anche all’interno di enti pubblici quali ATO e Acque Bresciane anche con la sostituzione dei loro vertici, si avvalorano i loro errori approvandone il progetto. Ancora, nello studio presentato nel 2021, Acque Bresciane e l’Università di Brescia, non tengono conto degli ultimi dati 2019 aggiornati e validati di ARPA Lombardia sulla qualità delle acque dei corsi d’acqua superficiali e che decretano non buono lo stato di salute del fiume Chiese".
Le soluzioni non vagliate
"Come potrà vedere nell’elenco degli scenari succitati - prosegue nella sua lettera al Prefetto Visconti il sindaco Togni - in tutti vi è un denominatore comune che risponde al nome di Peschiera proprio perché a Peschiera già vi è un depuratore, tra l’altro anche di proprietà bresciana al 50%. È importante sottolineare che Acque Bresciane - scrive il sindaco Togni - nella sua relazione datata aprile 2021 e denominata “Valutazione nuovi scenari localizzativi” a pagina 10 afferma che il passaggio da nord a sud in territorio di Lonato da Maguzzano a Rassica, è lo stesso identico sia per lo scenario Gavardo-Montichiari-Peschiera, che per lo scenario Lonato-Peschiera. In pratica per la dorsale che scende dal basso lago, non cambia il suo percorso. Perché allora andare forzatamente a identificare quale eventuale locazione del depuratore a Lonato il più a sud sul suo territorio comunale costringendo a scaricare ancora e nuovamente solo nel Chiese? L’altro ramo di fognature, ormai vetuste, collega gli abitati di Desenzano e Sirmione lungo la gardesana al depuratore di Peschiera. Desenzano e Sirmione non avranno in futuro sviluppi urbanistici residenziali e produttivi? Le loro attuali fognature saranno adeguate? Dureranno ancora per quanto tempo? Non era più opportuno realizzare una nuova conduttura fognaria unica per la sponda bresciana che raccogliesse tutti i liquami dei comuni compresi anche gli sfiori di troppo pieno di Desenzano e Sirmione e che portassero all’attuale depuratore di Peschiera da potenziarsi e rinnovare tecnologicamente? La nuova conduttura fognaria poteva seguire parallelamente, a nord o a sud, il percorso della tangenziale SR 11 che, come tutti coloro che l’hanno percorsa, è pianeggiante e priva di quelle variazioni altimetriche che invece, non si sa come, Acque Bresciane è riuscita ad individuare nel suo percorso. Se proprio si volesse seguire alla lettera la convenzione operativa del dicembre 2017, sarebbe bastato osservare che sul Mincio, in corrispondenza del depuratore di Peschiera ma sul versante opposto (quello ovest), non è più territorio veneto ma lombardo, precisamente di Ponti sul Mincio (Mn) atto ad ospitare un depuratore per la sponda lombarda. Il fiume Chiese per buona parte dell’anno non ha portata d’acqua a differenza del Mincio che è sempre pieno. Per quale motivo si sia continuamente operato testardamente per voler scaricare nel Chiese non è saputo ma è la scelta più sbagliata che si possa compiere per il futuro dei territori, l’ambiente, i comuni e le popolazioni lungo il suo corso e qualcuno ne avrà la responsabilità. Per le motivazioni suddette - conclude il sindaco Togni - esprimo la mia contrarietà alla decisione comunicata in data odierna e, nella speranza che il Decreto Legge non sia tramutato in legge e che i parlamentari bresciani intervengano per una modifica nel caso atta alla nomina di un Commissario Unico sia per la sponda Bresciana che per quella Veronese, certo di una sua riflessione mi è gradito porgerle i miei più cordiali saluti".