Basta caccia per l'emergenza incendi

L'appello di Graziella Zavalloni, presidente della LAC

Basta caccia per l'emergenza incendi
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Basta caccia per l'emergenza incendi. L'appello di Graziella Zavalloni, presidente della LAC.

Basta caccia per l'emergenza incendi

I devastanti incendi che ad oggi hanno distrutto oltre 800 ettari di bosco in Lombardia, uniti alla gravissima siccità, stanno creando danni incalcolabili alla biodiversità. Inoltre, stanno mettendo in crisi le disponibilità alimentari. In questo modo  molte specie selvatiche non riusciranno a sopravvivere all'inverno in arrivo.
In agosto con il perdurare della siccità, l’Ispra aveva già segnalato a tutte le Regioni che fin dall’inizio dell'anno si è manifestata in Italia “una situazione meteorologica decisamente critica”. Le temperature massime prolungate e i periodi di siccità hanno causato l'espansione del numero degli incendi.

Un rischio per la fauna selvatica

Questa situazione “comporta una condizione di rischio della fauna selvatica condizionando il successo riproduttivo e aumentando la mortalità degli individui. A ciò deve essere aggiunto un
impoverimento dell’offerta trofica”. L’invito dell’Ispra e di codeste associazioni ad adottare misure di contenimento e limitazione dell’attività venatoria per la stagione corrente on solo è rimasto inascoltato, ma anzi. In settembre è stata concessa la preapertura a Brescia della caccia ad alcune specie. In un contesto regionale ambientale di tale drammaticità, per il quale la stessa Regione
Lombardia ha recentemente richiesto lo stato di emergenza nazionale, è inammissibile che
non sia stata presa ancora in considerazione la sospensione dell’attività venatoria e che
non si sia messo in pratica alcuna azione di tutela degli animali selvatici.

Conserviamo il patrimonio faunistico

Nel ricordare come l’esercizio dell’attività venatoria sia consentito purché non contrasti con l’esigenza di conservazione della fauna selvatica, patrimonio indisponibile dello Stato, le associazioni ambientaliste LAC, LAV e LIPU chiedono un atto di civiltà e coraggio e pongono una richiesta urgente all’Amministrazione pubblica regionale. La richiesta è che la stagione venatoria sia sospesa su tutto il territorio regionale e che sia posto il divieto di caccia non solo nelle aree
boscate percorse dal fuoco,  ma anche, nelle aree a queste contigue. Il tutto per una durata di due anni. Inoltre, hanno chiesto di attivare un'azione forte e capillare di contrasto al bracconaggio, soprattutto nel bresciano, fenomeno che colloca la Lombardia tra le regioni con il maggior impatto subito a causa di tale attività illegale.

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