The Zen Circus, felice unione tra musica e sorriso al Vittoriale degli Italiani
Il gruppo, nato a Pisa nel 1994, ha conquistato il pubblico di Tener-a-mente con la forza della sua musica e con una travolgente simpatia.
Una serata, quella di ieri (giovedì 15 luglio), all'insegna della grande musica ma anche del divertimento, il tutto reso possibile dalla spontaneità del gruppo, The Zen Circus che non ha mancato di far sorridere il pubblico.
Le origini...
Loro sono Andrea Appino, Karim Qqru, Massimiliano "Ufo" Schiavelli e Francesco Pellegrini, il gruppo fu fondato nel 1994 a Pisa da Andrea Appino e Marcello Bruzzi;nel 2019 la partecipazione al Festival di Sanremo di Claudio Baglioni. Il nome del gruppo fa riferimento a Zen Arcade e a Metal Circus, entrambi lavori pubblicati dal gruppo Hüsker Dü.
Indiecativamente, quarto appuntamento
Si tratta del quarto concerto della sezione parallela al Festival Tener-a-mente «Indiecativamente», novità targata 2021 organizzata in collaborazione con Latteria Molloy e che vede al centro sei protagonisti della scena musicale degli ultimi quindici anni giunti a conquistare le vette delle classifiche musicali partendo da un passato di sperimentazioni underground.
Tra canzoni ed emozioni
Ad accogliere il pubblico è stata la canzone Non, seguita da Ciao sono io e da Catene, Come se provassi amore, Il fuoco in una stanza e Andate tutti a fan culo con strofa personalizzata: il testo originario infatti recita
A chi è andato a vivere a Londra, Berlino, a Parigi, Milano o Bologna
Per l'occasione è stata «modificata» in questo modo
A chi è andato a vivere a Londra, Berlino, a Parigi, Gardone o Bologna
Seguono Catrame, Ilenia, Fino a spaccarti due o tre denti, Appesi alla luna e Canta che ti passa. Un piccolo incidente di percorso, come può succedere in un live, qualche problema alle chitarre ma niente panico, l'ironia l'ha fatta da padrona e il tutto è stato trasformato in un esilarante siparietto che ha divertito molto il pubblico
Era tanto tempo che non si rompeva qualcosa - ha commentato Appino- lo dovevamo fare in questo luogo sacro
Schiavelli nel frattempo si rivolge al pubblico e improvvisa una telecronaca sullo stile di quelle sportive commentando, passo dopo passo, gli interventi che i tecnici stavano mettendo a punto per risolvere il problema. Una volta tornato tutto a posto proseguono con Figlio di puttana e Bestia rara.
Quest'ultima, come sottolineato dal frontman, è dedicata a Filomena: la canzone è infatti stata scritta dopo aver visto Storia di Filomena e Antonio, un documentario di Antonello Branca del 1976 che vede al centro una coppia di giovani tossicodipendenti: il brano, in particolare, narra di una storia che non parla di Filomena ma che è stata scritta pensando a lei e al tema dell'aborto non affrontato però come questione morale. La canzone termina e sul finale si sente la voce fuori campo di Filomena che racconta la sua esperienza. In conclusione la sanremese L'amore è una dittatura, L'ultima casa accogliente, L'anima non conta e Viva. Se ne vanno nel dietro le quinte con una promessa
Ci vediamo più tardi qui sotto
E così è stato, sono scesi dal palco, rimanendo sempre a distanza anti Covid dal pubblico e, tra battute e sorrisi davanti ad una platea e gradinata in piedi, hanno intonato Mexican requiem e Vent'anni.
Veronica Crescente