Il lungo amore di Angelo e Andreina
Una vita dedicata al lavoro e alla famiglia, Angelo Roversi e Andreina Rovetta si sono dedicati sempre al prossimo mantenendo l’umiltà che li ha sempre caratterizzati
Un lungo amore, quello tra Angelo Roversi e Andreina Rovetta, che si sono dati la mano in questo percorso chiamato vita ricco di imprevisti, alcuni piacevoli, altri meno oltre 65 anni fa.
Il lungo amore di Angelo e Andreina
Una coppia a detta di tanti ancora "bellissima" che è riuscita, negli anni a raggiungere traguardi personali e familiari importanti e a distinguersi sia in ambito lavorativo, elettricista lui e "ostera" lei, che del volontariato, senza mai perdere sorriso e umiltà. La voglia di fare di Angelo non si attribuirebbe di certo ad un 88enne, ma forse è proprio perché più volte la vita l’ha messo con le spalle al muro che la sua grinta si è rafforzata. «Più volte ho rischiato la vita - ha spiegato lucidissimo - da giovane sono sfuggito dai nazisti che da piazzale Arnaldo portavano gli italiani direttamente in Germania; più tardi mentre lavoravo alla Polveriera Vulcania una questione di coincidenze non mi ha permesso di partecipare a un viaggio in auto con dei colleghi che poi hanno perso la vita nell’incidente, due anni fa l’ischemia e poi l’intervento». In tutto ciò non è mai mancata la presenza di Andreina, moglie, mamma e grande generosa che fino al ‘63 ha aiutato la mamma Luigia Sberna nella gestione dell’osteria del paese, all’incrocio di via Mazzini.
Una storia d'amore d'altri tempi
"Alle 4 mia mamma mi chiamava per andare al fosso a lavare i vestiti perché alle 6 si doveva aprire - ha ricordato - offrivamo vino di nostra produzione e caffè agli uomini che concludevano così la giornata lavorativa". Dopo si è dedicata al maritoe alla famiglia, ma anche agli altri. Grande donatrice dell’Avis, che tutt’ora aiuta, ha ricevuto diverse benemerenze tra cui la medaglia d’oro, per 30 anni è stata un valido supporto agli anziani del Pio Ricovero e qui, insieme al marito, anima instancabile della nota festa di Prima Estate, che anche quest’anno l’ha vista impegnata nella vendita delle torte. Ma andiamo con ordine.
"Vengo da una modesta famiglia delle Case di San Polo - Angelo è un fiume in piena nel suo racconto - mio papà era carrettiere e io, dopo la quinta elementare, aiutavo il vicino di casa nei lavoro della cascina. A 14 anni, nel 1943, ho fatto l’apprendista elettricista a Brescia, fino a 5 mesi prima della fine del 1945. Ricordo quando a Brescia c’erano i fascisti, un pomeriggio i tedeschi erano in piazzale Arnaldo, con due camion che riempivano di gente da mandare direttamente in Germania, un fascista mi ha gridato di scappare. Ho attraversato Brescia in bicicletta e sono corso a casa. Da allora i miei genitori non hanno più voluto che andassi in cittàe mi hanno mandato a Castenedolo, dove mia mamma aveva dei fratelli che facevano i mugnai. Qui ero al sicuro e per 5 anni ho fatto la spola tra San Poloe Castenedolo dove aiutavo gli zii. Ero qui quando sono arrivati gli americani per la Liberazione, lo ricordo come se fosse ieri. Tornato mio fratello Emilio dalla leva militare abbiamo lavorato insieme come elettricisti".
L'incontro
Ma galeotto fu proprio il boccale di vino, tra Andreina, 16 anni, e Angelo, 19 anni, che con il carretto degli zii portava in giro la farina, facendo tappa anche dalla "Borelò". Qui con la "compagnia della caraffa"Angelo ha organizzato i primi viaggi grazie alle monete di resto che i clienti-amici decidevano di mettere per l’appunto nella caraffa. Firenze, Pisa, Venezia, e poi Torino. Nel settembre del ‘50 Angelo ha svolto i 15 mesi di leva militare. Modena, Cecchignola (Roma) dove ha fatto anche da guardia al Senato e poi Udine. Ma il suo cuore era aBrescia dove è tornato nel novembre del ‘51 e nell’ottobre del ‘52 si è sposato. Ancora oggi abita nella stessa casa di via Mazzini che la moglie ha ereditato dai genitori. "Appena sposato ho perso il lavoro - ha continuato - l’anno successivo in febbraio ho partecipato come elettricista ai lavori per la caserma Serini in Fascia d’Oro per una ditta di Milano, poi sono stato all’Om (Officine meccaniche) e poi alla Vulcania nel ‘55 fino alla chiusura, avevo in mano tutti gli impianti". Poi, prima della Meccanotecnica Valsella, ha lavorato per l’Henriette, l’azienda di confezioni, per cui nell’85 è stato parte del team che per 40 giorni si è occupato della costruzione di un laboratorio tessile a Kigali, capitale del Ruanda. Diversi anni dopo è stato in Tunisia, come esperto aziendale. «Sono stato alle dipendenze per 16 anni, non ho mai contato le ore di lavoro. Poi mio fratello mi ha fatto una proposta per una società insieme» ha raccontato Angelo che ancora oggi viene fermato da diverse persone che si complimentano per il lavoro svolto. «Sono rimasto con mio fratello per 18 anni - ha continuato - poi lui si è ammalato ed è morto nell’’80. All’epoca avevo due figlie, in due anni si sono sposate tutte e due, ho pensato di andare avanti da solo nell’attività lavorativa, sono stato per 40 anni artigiano. Dopo aver aiutato le figlie Luigina e Nadia con la crescita delle nipoti, Genni e Greta, che li hanno poi resi bisnonni di Beatrice e Sara.
Viaggiare assieme per rafforzare il sentimento
Finalmente per loro anche la soddisfazione di concedersi qualche viaggio tra amici. Dopo Roma e Napoli, Lourdes e poi la Turchia e la Russia, ma dopo il successo dell’operazione al cuore subita a Parma, ha assolto il voto fatto dalla moglie andando a Fatima. "In tanti ci chiedono come abbiamo fatto ad arrivare al 65esimo - ha spiegato Andreina - si discute e si fa pace, ci sopportiamo l’un con l’altro. Possiamo discutere ma dopo un’ora siamo amici come prima". "Da giovane piacevo molto alle ragazze - ha raccontato lui- ma quando mi sono sposato non ho pensato a nessun’altra".Domenica hanno festeggiato con tutta la famiglia, prima con la messa in parrocchia e poi con un pranzo attorniati da tutti gli affetti.