Respinto il ricorso: il dottor Mosca resta ai domiciliari
Il primario del Pronto soccorso dell'ospedale di Montichiari è accusato di aver volutamente somministrato farmaci letali a due pazienti di 61 e 80 anni.
Il Tribunale del riesame ha respinto il ricorso: il dottor Carlo Mosca, primario del Pronto soccorso dell'ospedale di Montichiari, resta agli arresti domiciliari con l'accusa di omicidio volontario. Il medico, che naturalmente è stato sospeso dall'incarico, è accusato di aver somministrato farmaci letali a due pazienti di 61 e 80 anni ricoverati per il Covid. Lui si professa innocente ed è convinto che riuscirà a dimostrarlo a processo, di tutt'altro avviso il gip incaricato dell'inchiesta, per il quale il comportamento di Mosca non era dovuto a imperizia ma era dettato dalla volontà di uccidere.
Le vittime al centro dell'inchiesta
La Procura sta indagando sulla morte di Natale Bassi, 61 anni, residente a Ghedi, e di Angelo Paletti, 80 anni, residente a Isorella ma originario di Calvisano. Nel primo caso, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, la vittima non versava in condizioni tali da poter morire nel giro di cinque minuti, come invece è successo dopo l'«intervento» del primario. Il decesso risale al 20 marzo, quando Bassi avrebbe avuto una crisi respiratoria e il dottor Mosca avrebbe chiesto agli operatori socio-sanitari e agli infermieri di portargli la succinilcolina e poi di lasciarlo da solo in stanza. Bassi è morto da lì a poco per «un improvviso arresto cardiocircolatorio».
Anche per quanto riguarda la seconda vittima, Angelo Paletti, l'autopsia ha rivelato che la «grave depressione respiratoria» sarebbe stata causata dagli stessi fermarci utilizzati per trattare Bassi. Farmaci che, secondo l'accusa, non sono giustificabili in assenza di intubazione.