La passione di uno street artist

La passione di uno street artist
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Colori, immagini. E una voglia matta di esprimersi. Dando il meglio di sé anche per gli altri. Alberto fa il postino. Consegna lettere, raccomandate, cartoline di ogni tipo e genere. Ma sogna un mondo di colori alla portata di tutti. La sua vera passione è l’arte. 
Il comitato di gestione della scuola dell’infanzia del Comune, dove lavora come portalettere, lo ha chiamato per dipingere l’intera facciata frontale dell’edificio dell’asilo. E lui non se l’è fatto ripetere due volte, attirato da metri e metri di parete bianca. Si chiama Alberto Fiorino ed è «street artist» dal 1997. Una passione senza fine.
Com’è iniziata questa passione artistica?
«Ho cominciato ad appassionarmi osservando i murales e i graffiti che venivano fatti sui muri di Belluno, dove ho frequentato il liceo artistico Leonardo da Vinci e dove ho cominciato ad entrare in questo mondo».
Hai mai pensato di farne un mestiere, o lo hai magari già fatto in passato?
«Finora non l’ho mai fatto, ma ammetto che ci sto pensando. Chiaramente se decidessi di farlo, si tratterebbe di una svolta abbastanza importante, quindi sto valutando piuttosto attentamente come muovermi».
Nell’opera cavaionese che hai inserito nel contesto dell’asilo «Bettina Pasqualini», sei riuscito a mettere qualcosa di te, anche se si trattava di un progetto dedicato ai bambini?
«Devo essere sincero, molto poco. Alla base del lavoro c’era un bozzetto grafico che è stato deciso a tavolino con i rappresentanti del Comune e con il comitato di gestione della scuola. Del resto, è anche comprensibile che le cose siano state organizzate così, proprio perché si trattava di una situazione particolare».
Molte amministrazioni comunali, negli ultimi anni, decidono di dare spazio ai writers e ad altri artisti «di strada» per abbellire alcune zone pubbliche. Cosa pensi di della street art «regolata»?
«Questa è una bella domanda, potrei stare due ore qui a dirti come la penso. Innanzitutto, c’è da dire che l’Italia è lontana anni luce non dico dal resto del mondo, ma anche solo dal resto d’Europa in materia di street art. in altri stati europei, per esempio, vengono organizzati spazi urbani dove i writer possono dare sfogo al loro estro creativo. Sto parlando di spazi anche a pagamento, nel senso che l’artista li paga, restituendo però uno spazio urbano sicuramente di più alto impatto visivo ed estetico. Qui da noi si fa già fatica a distinguere tra street art e graffitismo.
Hai l’occasione per dirmi qual è la differenza.
«La street art propone soggetti figurativi che spesse volte vogliono esprimere anche importanti temi sociali, mentre il graffitismo è maggiormente legato allo studio estetico della lettera. Il graffitismo produce scritte, in sostanza. Certo, poi le due discipline hanno parecchi punti di incontro: i luoghi dove viene data vita a queste opere, per esempio, nonché il fatto che queste ultime nascono nell’illegalità. La street art nasce come forma critica, regolarla le fa perdere un po’ della sua essenza, non lo nego, tuttavia non trovo sbagliato che venga utilizzata dagli enti pubblici per abbellire alcune zone. Anche perché, proibire continuamente non annienta chi decide di dipingere dove non è consentito farlo».
 
Ilaria Bazerla

 


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