Problemi andrologici per uno studente su due
La vecchia visita di leva, abolita nel 2005, costituiva di fatto un punto importante di osservazione di potenziali patologie nei giovani italiani. Per alcuni ragazzi e adolescenti era talvolta la prima effettiva visita medica e consentiva di monitorare lo stato di salute delle nuove leve. Dopo di essa sono spesso venuti a mancare i dati relativi a quella delicata e importante fascia d’età. Una perdita importante se si aggiunge una certa riluttanza da parte degli uomini di avvalersi dei consigli di un andrologo: gli uomini insomma, riguardo alla loro salute sessuale, non vanno dal medico specialista tanto quanto lo fanno le donne, che in quasi tutti i casi si avvalgono del ginecologo. Vuoi per una questione di disinteresse, vuoi per motivi culturali, per imbarazzo, come se andare a parlare a un professionista di problemi inerenti alla propria sfera intima ledesse in qualche modo la propria virilità percepita. Eppure, al 2005, proprio dalla visita di leva, sappiamo che circa il 45% dei maschi presentava patologie andrologiche. Di fronte a questo mare sconosciuto dell’andrologia, risultano quindi ancora più interessanti i dati del Progetto Andrologico per Studenti attuato dal Rotary Club Salò e Desenzano.
Degli 861 studenti (418 maschi e 443 femmine) cui è stato dato il questionario, distribuiti tra il liceo G. Bagatta, l’Ipssar Caterina De’ Medici, l’Istituto Bazoli-Polo a Desenzano, il liceo E. Fermi e l’Itc C. Battisti a Salò e l’Itis Cerebotani di Lonato (istituto che ha offerto più studenti alla visita), hanno risposto 271 maschi e 350 femmine. Alla visita andrologica si sono sottoposti poi 157 studenti. Il 76% degli intervistati ha ritenuto utile il questionario, dal quale sono emersi dati interessanti, e a volte preoccupanti. Riguardo al fumo, importante causa di sterilità, il 32% ha dichiarato di accendere almeno una sigaretta al giorno. Sull’alcool la percentuale è ben più ampia, con il 64% che dichiara di bere nel weekend. Un minaccioso 37% fa suonare il campanello delle sostanze stupefacenti, con droghe leggere in prima posizione, ma anche un 3% di cocaina dichiarato, e una ampia fetta di mancate risposte (quasi un terzo degli intervistati), nella quale potrebbe finir dentro ahinoi di tutto.
E questo avviene con consapevolezza, in quanto quasi tutti i ragazzi (86%) conoscono la pericolosità e gli effetti del doping e delle malattie trasmissibili sessualmente, ma non forniscono idee di meccanismi di difesa da essi. Riguardo ai rapporti, dichiara di averne il 69% dei ragazzi, percentuale nella quale spicca un preoccupante 1% che attesta di aver conosciuto il sesso alla davvero troppo tenera età di 12 anni. Anche sul numero dei partner avuti, i dati lasciano in alcuni casi perplessi. Un 4% sembra infatti aver fatto sesso con più di 10 persone entro i 18 anni, a riconferma di una certa facilità di incontri occasionali tra gli adolescenti italiani. Oltre a questo, e a una certa promiscuità, capita la cosa ben più allarmante che essi non siano neppure protetti, in quanto se a un 48% che rassicura sull’uso di contraccettivi, corrisponde un 8% che ne fa per partito preso rifiuto dichiarando di non usarli mai. Passiamo alle patologie maschili. Ben il 54% degli studenti visitati ha riscontrato una patologia andrologica. Il varicocele (un problema al sistema vascolare dei testicoli) risulta la più diffusa, con il 30%, mentre è più raro l’idrocele (che colpisce anche le donne), riscontrato nel 3% dei casi. Per quanto riguarda le patologie strettamente legate al pene, il 10% ha riscontrato fimosi (restringimento prepuziale che ostacola la fuoriuscita del glande), il 6% riporta brevità del frenulo, mentre il “pene ricurvo” (a livello patologico) è stato riscontrato in un singolo caso.
Sergio Lingeri