Protesta a suon di striscioni: «La mia casa non è una scuola»
La voce di Priorità alla Scuola è arrivata anche a Manerbio dove sui cancelli e ringhiere di tutti i plessi del comprensivo sono comparsi decine di scritte chiedere una sola cosa: il ritorno in classe.
La voce di Priorità alla Scuola è arrivata anche a Manerbio dove questa mattina, sui cancelli e ringhiere di tutti i plessi del comprensivo, sono comparsi degli striscioni. Decine di scritte per chiedere una sola cosa: il ritorno in classe.
«La mia casa non è una scuola»
«La mia casa non è una scuola». Lo gridano a gran voce gli insegnanti, gli studenti e soprattutto i genitori dei plessi di Manerbio che ormai da settimane sono ripiombati nell’ormai incubo della Dad. Incubo, sì, perché per quanto la didattica a distanza rispetto alla scorsa primavera sia molto più strutturata, agevole e garantisca l’apprendimento, ha anche causato numerosi disagi ai genitori lavoratori e agli studenti, che iniziano accusare (ancora) il peso di dover stare chiusi in casa tutto il giorno, dietro uno schermo, lontano dagli amici.
«La Dad ha il suo valore, ma ora iniziano a emergere sempre più criticità», ha spiegato Elena Paletti, che assieme a un gruppo informale di altre mamme e papà, docenti e alunni, ha deciso di aderire alla campagna lanciata da Priorità alla scuola e oggi ha manifestato da remoto per chiedere un tempestivo ritorno in aula. «Soprattutto ai bambini più piccoli spiegare che tutte le mattine devono fare lezione davanti a un computer e convincerli che è la cosa giusta da fare non è semplice e questa iniziativa vuole essere un’opportunità per le famiglie di dar voce al loro disagio».
Una protesta a suon di striscioni
La mobilitazione, rispetto a quella in programma per Brescia oggi pomeriggio, è più ridotta e simbolica, ma il senso e la volontà dei manifestanti sono chiare: chiedere l’immediata riapertura degli istituti di ogni origine e grado, ma anche maggiori investimenti verso la scuola pubblica utilizzando una buona fetta del ricovery found. Scuola che deve essere rilanciata e che, per l’appunto. deve tornare a essere una priorità.
«Abbiamo appeso degli striscioni su tutti i plessi, dall’asilo Marzotto alle medie e invitato chiunque voglia partecipare a condividere le immagini dei messaggi sui social - ha concluso - Niente manifestazioni in piazza, ne scioperò della dad, è molto più semplice rispetto a quello che andrà in scena a Brescia, ma comunque un opportunità per parlarne, per far sentire la nostra voce».