Pedopornografia e Cyber bullismo: come riconoscerli

Pedopornografia e Cyber bullismo: come riconoscerli
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«Tanto non succede niente» è il titolo della serata educativa promossa dall’oratorio di Desenzano per la rassegna Segni del vero 2017, ma è anche l’ingenuo pensiero di tanti giovani adolescenti che si approcciano al web. «La vostra è una delle età più difficili - spiega il relatore della serata Ambrogio Cassiani ad una platea da tutto esaurito all’auditorium Paolo VI - un’età in cui si comincia a camminare sulle proprie gambe pur rimanendo fragili e indifesi. Uno strumento fantastico come può essere quello di internet diventa così un potenziale nemico capace anche di rovinare l’esistenza». Cassiani, sostituto procuratore della Repubblica nella sezione di Brescia, ha affrontato nel corso della sua carriera numerosi casi in cui il web ha ferito la dignità e i diritti di vittime giovanissime e proprio ai giovani ha voluto parlare per metterli in guardia dai rischi concreti. «Nell’epoca in cui qualsiasi cosa esiste solo se esiste in internet ricordatevi che lì rimane, per molto tempo. La privacy sui social network è scarsamente garantita e gli scheletri nell’armadio potrebbero ripresentarsi anche anni dopo, magari quando sarete persone stimate che devono mantenere una certa immagine». Chi può difenderci da queste intrusioni nel privato? Noi stessi secondo Cassiani, noi siamo i primi responsabili e tutori della nostra vita intima.
Internet ha reso pubblici e maggiormente evidenti anche problemi di violenza tra giovani: «I social ci abituano ad avere contatti senza mettere in gioco noi stessi e senza misurarci direttamente con le reazioni di chi ci ascolta. Questo ci sta rendendo incapaci di comunicare nella realtà e in alcuni soggetti questo si trasforma in passività o aggressività. Sono in aumento i casi di bullismo e assumono forme preoccupanti e invasive: la violenza psicologica del bullo un tempo durava il tempo dedicato alla scuola, con le nuove tecnologie il bullo ti può raggiungere ovunque, anche a casa, il luogo che dovrebbe essere più sicuro». Strigliata d’orecchie anche per i genitori: «Oggi va di moda il papà o la mamma amica e in pochi sanno dire di no. Spesso la tecnologia viene usata come baby sitter, si lasciano in mano ai più giovani cellulari e tablet per tenerli occupati e senza controllarli. Questo può esporre i figli a contatti con persone senza scrupoli che, facendo leva sui nuovi modelli emulati dai giovani come il calciatore ricco o la top model che incarnano il desiderio del soldo facile, fanno regali o ricariche in cambio di beni materiali. Controllate sempre, telefoni o abbigliamento costosi sono campanelli d’allarme».
Argomento da affrontare nella serata diventa dunque la pornografia e la sua forma più criminale, la pedopornografia. La platea di adolescenti è nell’età della scoperta sessuale ed è facile cadere nelle trappole di un percorso non sempre facile: «Le foto osè che pubblichiamo possono essere utilizzate da terzi. Circa il 70-80% delle foto dei pedofili sono state caricate dai genitori dei bambini o dagli stessi soggetti adolescenti: l’immagine di un bagnetto o di una posa in intimo possono capitare in mani sbagliate. Passare la propria immagine per bravata o in cambio di qualche regalo può causarci danni seri. Non dobbiamo fidarci nemmeno del nostro fidanzato o della nostri fidanzata, un domani potrebbero non andare più d’accordo con noi e diffondere la nostra fotografia nell’oceano del web, dal quale è impossibile recuperarla». L’appello è in ogni caso quello di non smettere mai di confrontarsi con l’autorità, sia questa rappresentata dall’insegnante, dal preside o dalle forze dell’ordine: «Non bisogna avere paura. Bullismo, pornografia non voluta e violenza si basano spesso sulla paura e sulla vergogna delle vittime, parlare vuol dire abbattere il muro di omertà e cominciare a riprendersi in mano la propria vita». Durante la serata a Cassiani sono state lette le numerose lettere anonime scritte dagli stessi studenti seduti tra le sedie del Paolo VI ed è stato dato ampio spazio ad approfondimenti normativi e curiosità. Sul finire il messaggio finale che ha chiuso l’incontro dandone il senso: «Internet è un luogo e un non luogo, ci aiuta a comunicare ma allo stesso tempo allontana dalla comunicazione. Lo strumento eccezionale deve essere usato e capito nel posto più sicuro per un ragazzo: la famiglia. Ed è proprio dalla famiglia che si deve ripartire, è la famiglia che aiuta a vedere gli ostacoli, che spinge i giovani a scalare la montagna per poter vedere dall’alto. Il web con la famiglia è uno strumento eccezionale».


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