Margherita Ferrari, ospite della Rsa di Iseo, spegne cento candeline
La decana, originaria di Corte Franca, aveva lavorato da un notaio a Brescia, per un colonnello del Fascio e a Milano.
Al lavoro fin da ragazza per necessità, Margherita Ferrari è stata domestica per un notaio a Brescia, per un colonnello del Fascio e infine a Milano, dopo aver rinunciato all’offerta propostale da una contessa di Corte Franca, suo paese natale. Madre di due figli, proprio oggi, venerdì, ha tagliato un traguardo molto importante, quello del secolo.
Margherita Ferrari, ospite della Rsa di Iseo, spegne cento candeline
La decana ospite della Rsa della fondazione Cacciamatta di Iseo ha festeggiato il suo centesimo compleanno proprio questo pomeriggio alla vetrata della struttura. A causa dell’emergenza sanitaria né parenti né volontari possono entrare in Casa di riposo, ma il Covid non ha impedito allo staff di far incontrare nonni e famigliari e di farli festeggiare insieme.
La vita
Nata a Nigoline di Corte Franca il 29 gennaio 1921 da una famiglia di contadini, Margherita è la prima di tre fratelli (lei è l’unica ancora in vita), Giuseppe e Cesare, con cui ha sempre avuto un buon rapporto fin dall’infanzia. Dato che viveva in una famiglia numerosa, iniziò a lavorare molto presto: si alzava alla buon’ora per andare a far pascolare le mucche prima di andare a scuola e, compiuti i 14 anni, partì alla volta della città di Brescia, per prendere servizio come domestica alle dipendenze di una maestra. Negli anni è passata da una casa all’altra per via del suo lavoro e durante la Seconda Guerra mondiale è stata alle dipendenze di un notaio di ricca famiglia, che le ha permesso di non soffrire la fame, e poi di un colonnello del Fascio.
"Durante la notte di un fine settimana in cui mi trovavo al mio paesello bombardarono Brescia e la casa dove lavoravo - ha raccontato in un aneddoto - Ignara di tutto il lunedì mattina mi presentai al lavoro, ma non trovai più niente. Allora ritornai a Nigoline fino alla fine della guerra".
In paese le chiesero di lavorare per una contessa di Corte Franca, ma lei rifiutò per seguire il sogno di vivere a Milano. Così, a soli 25 anni, partì alla volta della città della Madonnina, dove trovò lavoro (sempre come domestica) alle dipendenze di una famiglia benestante. Alcuni amici riuscirono anche a convincerla ad andare in Svizzera per fare la sarta, ma ben presto si accorsero che cucire a macchina non era il mestiere per cui era portata e, licenziata, ritornò a Milano per riprendere il lavoro che aveva sempre fatto.
Fu una cugina, anche lei a Milano per lavoro, a presentarle Mario Folli, un giurista, che poi divenne suo marito. Il 26 aprile del 1951 convolarono a nozze a Nigoline e andarono a vivere a Sesto San Giovanni, dove la Ferrari intraprese la vita da casalinga e da mamma. Dal matrimonio, infatti, sono nati Giovanni e Lidia.
Ancora oggi la decana ricorda il periodo vissuto a Sesto San Giovanni con malinconia: andava molto d’accordo con la famiglia del marito e si trovava davvero bene nel milanese. Rimasta vedova, decise di tornare a Nigoline con il fratello Giuseppe e il figlio Giovanni, che vi abitava già da tempo.
Prima di diventare ospite dalla Rsa di Iseo è stata per qualche anno in Casa albergo a Erbusco insieme al fratello. Nel 2018 con Giuseppe si è trasferita nella struttura di Iseo dove, durante il primo lockdown, ha perso il fratello. Raggiunto il traguardo dei cento anni la Ferrari ha un solo grande desiderio: "Vorrei poter tornare a essere indipendente per fare ancora tutto da sola".