Il lockdown non ha fermato il ripopolamento ittico del lago
E' tempo di bilanci per la "nursery" del Sebino.
L’assessore regionale all’Agricoltura, all’Alimentazione e ai Sistemi verdi Fabio Rolfi ha tirato le somme sui risultati conseguiti con la campagna ittiogenica.
Il lockdown non ha fermato il ripopolamento ittico del lago
I numeri hanno confermato il buoni risultati della campagna: l'incubatoio ittico di Clusane d'Iseo ha funzionato a dovere, anche in un anno come il 2020 e con tutte le difficoltà causate dalla pandemia. "Nel corso del 2019/2020 l'attività ha risentito del lockdown – ha dichiarato Fabio Rolfi, assessore regionale all'Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi - Ma è stata comunque una stagione positiva".
L'incubatoio ha fornito un ambiente protetto per la riproduzione di coregoni, cavedani e tinche, specie ittiche preziose per la pesca, che negli ultimi anni stavano scomparendo. "L'incubatoio ha fornito più di 4 milioni di uova di coregone – ha continuato l'assessore Rolfi – Con una percentuale di schiusa dell'89%, in linea con l'anno passato". Meno bene, ma ugualmente soddisfacenti, i risultati ottenuti con i cavedani e le tinche.
Il futuro dell'incubatoio, ormai realtà integrata nel territorio, è però legato alla legge 9, il cosiddetto Piano Lombardia della Regione, che ha messo in campo 3 miliardi di euro per i territori. "Il coinvolgimento del territorio è il punto di partenza per il rilancio di attività come la pesca - ha dichiarato Cristian Quetti, vicesindaco e assessore ai Lavori pubblici - Ben venga il finanziamento della Regione per completare un'opera che, fin dall'insediamento, abbiamo voluto mantenere come nostra".
Verso la pesca al siluro
Dal giugno 2019 la gestione dell'incubatoio è passata alla Upbs (Unione pescatori bresciani), che ha messo in campo una gestione più concorrenziale rispetto al precedente gestore, l'associazione Pescatori Sebino e Franciacorta.
Il funzionamento a pieno regime dell'incubatoio sta spingendo l'Amministrazione, in accordo con i pescatori professionisti e le associazioni ambientaliste locali, verso una seconda fase del progetto: la pesca al siluro. "Con questa chiuderemo il cerchio – ha assicurato Raffaele Barbieri, consigliere comunale con delega alla Pesca e al Lago – Finora il siluro lo vendiamo solo all'estero, ma contiamo di promuovere il consumo locale. È un pesce non autoctono, che si nutre di altri pesci. Consumarlo significherebbe risolvere due problemi in una volta sola".
L'iniziativa, per ora, è resa impervia dalle normative anti-contagio e dalla delicata situazione della ristorazione locale, ma è sintomo del fatto che l'incubatoio, coi suoi buoni risultati, ha portato all'elaborazione di una strategia integrata. "Si vedono già i primi lucci – ha assicurato Barbieri, lui stesso pescatore professionista – E questa è una sfida vinta, perché sono pesci simbolo del nostro lago".