Una gardesana in Vaticano
Una padenghina a Roma. Anzi, in Vaticano.
Si tratta di Renata Salvarani, giornalista e docente di storia del Cristianesimo all’Università Europea. Per lei un altro traguardo, oltre che un nuovo impegno. È stata infatti presentata il 7 marzo, giorno che precede la festa della donna, la Consulta Femminile del Pontificio Consiglio della Cultura. Un organo, divenuto permanente già nel giugno 2015, che ha il compito di favorire il dialogo tra le diversità, le religioni e i tanti modi in cui le donne operano, nella convinzione che la pluralità di vedute sia alla base dell’azione umana.
Quanto successo è una novità assoluta perché è la prima volta, nella storia della Chiesa, che un Dicastero si dota di uno strumento di questo tipo. Ma, come fatto notare dal Cardinale Gianfranco Ravasi, che presiede il Pontificio Consiglio della Cultura, senza le donne mancava «l’immagine di Dio nella sua completezza». Da qui l’esigenza di creare una consulta femminile all’interno di un Dicastero in cui, come ricordato dallo stesso prelato, le donne sono presenti a livello amministrativo e di segreteria, ma non dirigenziale. Un’esigenza sorta non «sull’onda delle recriminazioni», e nemmeno come «elemento cosmetico», ma con la finalità di offrire uno «sguardo femminile di analisi e proposta sulla realtà». Donne chiamate a esprimersi in prima persona così da portare, in un mondo quasi esclusivamente maschile, un punto di vista nuovo sui temi universali della società contemporanea.
Oggi, i membri della Consulta sono 37 donne di diverse fedi e nazioni, volti noti della scienza, del giornalismo, della politica, dell’arte e dello spettacolo. Così, nell’organismo coordinato da Consuelo Corradi, pro-rettore alla ricerca e ai rapporti internazionali dell’Università Lumsa (Libera Università Maria Santissima Assunta), trovano spazio la presidente dell’ospedale Bambino Gesù Mariella Enoc, l’attrice Nancy Brilli, l’imprenditrice Lavinia Biagiotti, la campionessa d’atletica Fiona May, la teologa iraniana Shahrazad Houshmand. Le aderenti si riuniscono formalmente tre volte l’anno e intervengono con diverse proposte su varie attività del Dicastero: dall’intelligenza artificiale, alla storia e all’antropologia umana.
«Sapendo chi si è stati, possiamo rispondere alle domande di oggi. Per questo è importante valorizzare, anche dal punto di vista storico, il ruolo e gli apporti delle donne nella Chiesa e nelle religioni - ha spiegato Renata Salvarani, parlando del suo nuovo prestigioso impegno - Riconoscendo la ricchezza femminile del passato, contribuiamo a stimolare il confronto fra tradizioni diverse. Portare avanti uno sguardo di questo tipo all’interno di una Consulta, sicuramente aiuta la riflessione».
DA GARDAWEEK DEL 17 MARZO