Un nuovo talento del cinema... tutto "Made in Chiari"
Il 22enne si era occupato del documentario sull’Asst Franciacorta andato in scena in America. Poi è arrivata l'esperienza al Festival.
C’era anche Gianfranco Pellegrini nello staff del France Odeon Festival del Cinema Francese di Firenze.
Un nuovo talento del cinema... tutto "Made in Chiari"
Protagonista in un’edizione che resterà negli annali. Proprio così, perché in questo caso il Covid ha «danneggiato» l’evento, che non si è potuto svolgere in presenza, ma allo stesso tempo ha fatto in modo che questo, attraverso lo streaming, diventasse ancora più seguito e famoso.
Di che cosa stiamo parlando? Della XII edizione di France Odeon Festival del Cinema Francese di Firenze che ha visto tra i suoi artefici anche il 22enne clarense Gianfranco Pellegrini. 6 film in concorso, 3 fuori concorso, 7 titoli di France Odeon vintage, una miniserie tv, la presentazione del libro Mario Bava di G. Duchaussoy e R. Vandestichele e del volume Fellini 23 di Aldo Tassone, tantissimi ospiti raggiunti in video conferenza. Questo è il resoconto della versione virtuale di France Odeon, raggiunta da 180.000 persone su Facebook e Instagram. Ma soprattutto un cambiamento ultrarapido da un format in presenza allo streaming, proprio per rispettare tutti i dpcm e fermare la pandemia mondiale di Coronavirus. E se il Festival è stato un successo è stato, un pochino, anche grazie al talentuoso clarense.
Il 22enne infatti è stato notato a seguito della creazione (e del montaggio) del video realizzato per raccontare all’America l’esperiena della nostra Asst Franciacorta con il Coronavirus e che è stato mandato in onda all’inizio del convengo organizzato dall’American Society for Clinical Pathology.
«Ghigo», così come lo chiamano gli amici, è stato contattato direttamente dal direttore Francesco Ranieri Martinotti, un regista, sceneggiatore, produttore cinematografico e scenografo italiano con già un David di Donatello alle spalle, ed è corso a Firenze per l’evento che si è svolto dal 29 ottobre al 2 novembre.
«Quando Martinotti mi ha proposto questo lavoro ho colto la palla al balzo, anche non sapendo bene che cosa mi sarei ritrovato a fare - ha spiegato Pellegrini - Era una occasione che non potevo lasciarmi scappare. Ho praticamente vissuto tutto alla giornata in quanto il lavoro doveva essere continuamente riorganizzato. Era come mettere le rotaie davanti al treno mentre questo era già partito. Eppure, nonostante le tre ore di sonno a notte, è stato davvero bellissimo».
Pellegrini ha girato e montato i video che sono poi passati sui social come spot del Festival, raccontando i vari eventi, ma anche quelli riguardanti gli sponsor che lo hanno sostenuto. Un lavoro non semplice, soprattutto perché variato all’ultimo: il Festival avrebbe dovuto infatti svolgersi in presenza, secondo le normative già in vigore, ma il dpcm firmato proprio pochissimi giorni prima aveva cambiato le carte in tavola.
«Da esterno ho potuto intuire e notare le diversità causate dal Coronavirus - ha spiegato il giovane - Sapendo un minimo come funzionano questo tipo di eventi e avendoli seguiti in passato, sicuramente ci sono delle differenze abissali. In questa edizione totalmente online, e che quindi con la mancanza del carattere principale, ci sono stati comunque degli aspetti che si sono rivelati importanti come, per esempio, il fatto di dover aspettare un determinato orario per la proiezione, proprio come accade al cinema. Ho avuto modo di confrontarmi con chi ha lavorato nelle passate edizioni e sicuramente è stata tutta un’altra storia, ma sicuramente ha aperto alcuni nuovi orizzonti. Inoltre, è forse stato un po’ più “tranquillo” senza la gestione dei grandi ospiti e delle star internazionali. La gestione, invece, si è rivelata forse più complicata: il tutto è stato rivoluzionato in un batter d’occhio. Il Festival era pronto per essere realizzato in presenza, perciò tanto di cappello a tutti. Non si sono arresi e hanno realizzato qualcosa di meraviglioso. La macchina organizzativa è stata ben oliata e mi sono trovato davvero bene».
Pellegrini studia Scenografia alla Laba. E’ al terzo anno e si avvicina la laurea. Il cinema è sempre stato una sua prerogativa: sogna di diventare un regista e sceneggiatore, con il totale controllo creativo per portare a termine tutte le sue idee. Il sogno dentro al sogno? Poterlo fare in America.
«Di questa passione sono artefici i miei genitori - ha spiegato il giovane - E’ qualcosa che mi porto dentro da circa 12 anni. Poi, al mio diciottesimo compleanno, degli amici mi hanno regalato una GoPro. Ho iniziato ad avere l’impulso di usarla in ogni vacanza e poi ho iniziato a montare dei brevi video relativi anche ai lavori che realizzavo. Piano piano ho imparato a raccontare storie, ho dato vita a un mio stile. Ai film, quelli più “complessi” e d’autore, mi hanno però avvicinato mamma e papà. Sono loro che mi hanno fatto entrare in questo bellissimo mondo».
Ha raccontato Chiari e il Covid
Tutta l’America (e il Mondo connesso in streaming), all’inzio di settembre, avevano potuto conoscere Chiari, l’Asst Franciacorta e l’esperienza con il Coronavirus e anche la Villa Mazzotti.
Da chi era stato realizzato il video? Proprio da Gianfranco Pellegrini.
L’American Society for Clinical Pathology aveva organizzato l’«ASCP 2020 Virtual», che si è tenuto, online, dal 9 all’11 settembre. Il tema? Ovviamente, il Coronavirus. Il convegno doveva avere luogo fisicamente ad Austin, in Texas, ma per via della pandemia era stato virtuale. Il tutto era stato aperto con un video che ha raccontato l’esperienza clarense. Alla presenza del personale dell’Asst Franciacorta, tra cui il direttore generale Mauro Borelli, si era esibito il tenore Matteo Falcier, accompagnato al pianoforte dal musicista Nicola Morello. L’esecuzione di «Nessun dorma» era stata montata insieme alle interviste effettuate nei locali dell’Asst Franciacorta. Il risultato era stato da pelle d’oca.